Un nuovo sistema anti-esondazioni è stato donato alla Città dalla società Mobiliare
L'ultima esondazione importante che si ricordi avvenne nel 2014, sul ‘quai’ nella zona di Palazzo civico. Fu l'anno delle tragiche frane di Davesco e di Curio, causate principalmente dalle forti piogge che gonfiarono pure il lago. Il Ceresio raramente esce dai suoi argini, e lo stesso si può dire dei principali fiumi del distretto, anche se qualche episodio vi è pur stato, e i fenomeni climatici estremi tendono a essere più frequenti. Così, grazie alla donazione di una società assicurativa, la Città di Lugano ha ricevuto un sistema anti-esondazione capace di ‘chiudere’ fino a un fronte massimo di 396 metri con barriere artificiali, spostabili grazie a un apposito container scarrabile, cioè trasportabile e scaricabile da un camion. Nell'uso operativo queste dighe, in materiale plastico vengono ‘gonfiate’ d'acqua, 22 metri cubi di acqua ciascuna.
Precisamente, si tratta di 12 ‘sbarramenti’ della lunghezza di 33 metri ciascuno, consegnati con il loro container semovente in Piazza Luini dal donatore, la società Mobiliare Svizzera. Il sistema, del valore di valore di 450mila franchi sarà preso in dote dal Corpo civici pompieri a complemento delle attrezzature già presenti in caserma.
«Il punto critico per le esondazioni in centro a Lugano è stato individuato nel tratto che va dal McDonald's fino a poco dopo il Palazzo Civico, più o meno all'altezza dell'hotel Walter» ci spiega il comandante dei Pompieri di Lugano Federico Sala. «Grazie a questi sbarramenti si eviterà che l'acqua finisca fino in Piazza Riforma, o in Municipio, o negli stabili limitrofi. Nel 2014 facemmo capo a un altro materiale, ricevuto in prestito dalla Svizzera interna. Anche un paio d'anni fa il lago era lì lì per uscire, mentre nel Distretto pure la zona di Agno è potenzialmente a rischio di esondazioni. Ma il sistema non è da vedere unicamente per questo tipo di situazioni, sarebbe riduttivo. Può servire anche per arginare inondazioni, liquidi di spegnimento incendi, carburanti che possono fuoriuscire dai serbatoi come benzina o diesel e in altre emergenze».
Alla cerimonia di consegna, nella piazza antistante il Lac, sono intervenute anche le autorità cittadine, a partire dal sindaco Michele Foletti che ha ringraziato la Mobiliare per la generosa donazione. «Sebbene la certezza di non incorrere in danni causati dai pericoli naturali sia impossibile da raggiungere, possiamo ragionevolmente affermare che grazie a questo sistema la Città e la regione saranno meglio preparate per gestire le conseguenze delle alluvioni». Karin Valenzano Rossi, capodicastero Sicurezza e spazi urbani, ha evidenziato la maggiore capacità di «autodifesa» rispetto ai pericoli naturali mentre Michele Bertini, già vicesindaco di Lugano e oggi agente generale della Mobiliare in città, sottolinea che «la riduzione dei danni non va a beneficio soltanto degli assicuratori ma anche della popolazione della regione. L’estate 2021 è passata alla storia come l’estate delle piogge. Non posso dire se queste piene da record e queste inondazioni saranno sempre più frequenti: abbiamo però mezzi potenti per proteggerci dai danni che possono causare». La mobiliare ha fatto della prevenzione contro i rischi naturali un elemento importante delle propria politica: dal 2006 questa società ha investito circa 43 milioni di franchi nel settore e sostenuto 160 progetti di prevenzione, di cui 10 in Ticino, attingendo al Fondo delle eccedenze della Cooperativa. La Città di Lugano è tra i 5 comuni che nel 2023 hanno ricevuto un sistema anti-esondazioni. Altri 10 sistemi sono stati donati negli ultimi 4 anni. I destinatari di queste donazioni non vengono scelti a caso. Infatti, il Laboratorio Mobiliare per la ricerca sui rischi naturali dell’Università di Berna ha identificato i punti nevralgici esposti in Svizzera a un elevato potenziale di sinistri in seguito a piene. Uno di questi è proprio la Città di Lugano col distretto circostante. Spulciando un apposito sito dedicato alle zone toccate d pericoli naturali, Lugano risulta in effetti più a rischio della media cantonale sotto tutti i parametri: spicca la voce "posti di lavoro", col 30% di essi che rimane minacciato.