Luganese

Lugano avrà 109 chilometri di strade a velocità ridotta

La proposta giunge dalla Divisione spazi urbani che ha chiesto l’approvazione di un credito di 2,7 milioni per allungare le Zone 30 e 20

Due le Zone 20 con precedenza al pedone
(Ti-Press)
13 luglio 2023
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A Lugano c’è aria di cambiamento. Si è infatti un passo più vicini alla realizzazione di ulteriori 38 chilometri di strade a velocità ridotta, progetto a cui la Divisione spazi urbani sta lavorando da un po’ di tempo. Ma, come il meteo di questi giorni anche la situazione può ancora cambiare. Il messaggio municipale con la richiesta di un credito di costruzione di 2,7 milioni di franchi per l’adozione di nuove Zone 30 e 20 km/h dovrà essere approvato dal legislativo comunale. Le aree più interessate da questi cambiamenti saranno Breganzona, Davesco-Soragno e Carona. Invece le uniche – per ora – tratte con il limite a 20 km/h, definite ‘zone incontro’, interesseranno la strade nei pressi di piazza Indipendenza e via Foce. Zone, badate bene, in cui ad avere la precedenza sono i pedoni.

Trentotto chilometri in ‘più’

Morale della favola, la proposta è quella di incrementare le strade comunali a velocità ridotta dagli attuali 71 chilometri (su 197 chilometri totali) a 109 chilometri. I 38 famosi chilometri in più menzionati sopra. Il comparto in pole position sarebbe Breganzona, che avrebbe ben 9,86 chilometri in più di Zone 30 km/h, per un totale di 11,84 chilometri e 350mila franchi di investimento. In seconda e terza posizione Carona e Davesco-Soragno con rispettivamente 8,11 e 4,98 nuovi chilometri a velocità ridotta. Oltre a Breganzona, i quartieri con più limiti di questo tipo sono Pregassona, con 11,57 chilometri, Cadro con 10,73 e Viganello con i suoi 9,88 chilometri. «Questo progetto è tutto fuorché ideologico – ha commentato la municipale Karin Valenzano Rossi, direttrice del Dicastero sicurezza e spazi urbani durante la conferenza stampa odierna a Palazzo civico –. È mirato sui quartieri e le zone residenziali con lo scopo non di condannare gli automobilisti ma di dare serenità alle famiglie che potranno mandare i propri figli a scuola a piedi». A ogni modo, precisa la capodicastero, «tutte le arterie di scorrimento non verranno toccate».

Per ora, in città, le vie lungo le quali si può circolare con un veicolo non oltre i 30 chilometri all'ora, sono soprattutto nei quartieri e nelle zone residenziali o molto urbanizzate. La misura precauzionale è stata voluta anche a tutela dei cittadini, perché le strade non devono essere usate come scorciatoie, ma sono veri e propri spazi di vita, dove i bambini giocano, gli anziani passeggiano e, la notte, la gente (solitamente) dorme. Il progetto, a ogni modo, se verrà approvato dal Consiglio comunale, si concretizzerà tra quattro o cinque anni.

Valenzano Rossi: ‘Migliorare la qualità di vita’

«Sono misure volte a migliorare la qualità di vita nelle aree urbane», ha spiegato la capodicastero. «I benefici sarebbero molti: l’aumento della sicurezza della circolazione (riduzione di incidenti e della loro gravità); riduzione delle emissioni moleste, in termini di rumore (di circa 3 decibel) e di inquinamento atmosferico (il calo stimato è del 15% di sostanze inquinanti l’aria). Ma anche l’alleggerimento dei quartieri dal traffico parassitario di transito e il recupero di spazi urbani pregiati, grazie alla riduzione delle superfici riservate al traffico e alla convivenza dei diversi utenti sullo stesso spazio». L’obiettivo non è solamente introdurre nuove zone con moderazione della velocità sparse su tutto il territorio cittadino, ma anche quello di adeguare le tratte già esistenti secondo lo stato dell’arte e le normative in vigore. Per tale aggiornamento sono previsti 50mila franchi.

Ma come si raggiungeranno gli obiettivi appena citati? «Attraverso la creazione di "porte d'accesso" alla zona, con la demarcazione del limite di velocità 30 km/h a distanze regolari e negli incroci e la demarcazione per evidenziare la precedenza da destra agli incroci – ha indicato Valenzano Rossi –. Puntualmente, si possono prevedere anche altre misure più o meno incisive, come la creazione di dossi, per favorire gli attraversamenti pedonali, restringimenti alternati di carreggiata mediante arredo urbano o semplici paletti, il restringimento su uno dei due lati, un invito sicuro per gli attraversamenti stradali mediante nuovi posteggi o isole verdi, l'innalzamento puntuale della carreggiata e la ridistribuzione e l'ottimizzazione della posizione dei parcheggi».

Quadri: ‘Potrebbero esserci esiti letali”

Interventi non benvisti dalla destra che li ha definiti ‘vessatori’. A schierarsi contro la proliferazione delle zone a velocità ridotta è stata la Lega, in un articolo firmato da Lorenzo Quadri, capodicastero Formazione, sostegno e socialità di Lugano su ‘il Mattino della Domenica’ del 29 maggio. Creare Zone 30 “prevede la costruzione di una pletora di ostacoli artificiali: paletti, cunette, buche, rientranze che impediscono alle auto di incrociarsi, e avanti con le diavolerie per ostacolare i conducenti”. In sostanza, scrive Quadri, “si usano i soldi del contribuente – vari milioni, mica noccioline – per trasformare delle strade che dovrebbero essere carrozzabili in mulattiere impraticabili. Invece di rendere fluido il traffico, lo si ostacola di proposito”. Paletti, restringimenti e cunette “ostacolano inoltre anche i trasporti pubblici (a maggior ragione, essendo i bus più ingombranti delle auto), come pure i mezzi di soccorso. Rallentare ambulanze e polizia potrebbe avere esiti letali”.