Luganese

Lugano: Francesco Beretta Piccoli neopresidente del Patriziato

L’avvocato succede a Giorgio Foppa, scomparso a inizio anno. Tra le sfide del futuro, l’incremento dei ricavi e il ringiovanimento del sodalizio

Francesco Beretta Piccoli
9 maggio 2023
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Rinnovamento ai vertici del Patriziato di Lugano. L’avvocato Francesco Beretta Piccoli ha infatti preso le redini del sodalizio, dopo che a inizio gennaio è deceduto Giorgio Foppa, che per quattordici anni l’aveva guidato. «La sua improvvisa scomparsa ha lasciato vacanti due cariche, in quanto era presidente sia del Patriziato sia della Fondazione del Patriziato di Lugano» precisa Beretta Piccoli, da noi sentito.

Unico candidato

Dopo il decesso, il Patriziato ha proceduto con il bando pubblico per l’elezione del nuovo presidente. Alla pubblicazione è seguita la candidatura del solo Beretta Piccoli, che già era membro supplente dell’Ufficio presidenziale dal 2001. Pertanto, l’elezione con il giuramento davanti al giudice di pace è stata di fatto tacita, sebbene sia in programma un’assemblea il 15 giugno che dovrebbe formalmente approvare la candidatura. Al neopresidente, anche in quanto membro da sei anni del Consiglio direttivo dell’Alpa, l’associazione mantello cantonale che riunisce i Patriziati, abbiamo posto alcune domande. A cominciare dalle sfide che aspettano il Patriziato di Lugano durante la sua presidenza.

«Innanzitutto, i Patriziati – replica –, salvo lodevoli eccezioni, non hanno grandi possibilità finanziarie, per cui bisognerà inventare nuovi cespiti di ricavi. Su questo bisognerà lavorare. Secondariamente, a medio termine, bisognerà ringiovanire le nostre fila. L’attuale composizione dell’Ufficio presidenziale scadrà nel 2025». A tal proposito, c’è il rischio che questo non si riesca a fare? «È una sfida, ma sono fiducioso. Abbiamo 840 patrizi circa, e fra questi abbiamo sempre trovato persone di buona volontà che si sono sempre messe a disposizione per le nostre iniziative. Eventuali fusioni in ogni caso non sono un tema per quanto ci riguarda».

‘No alla tassa obbligatoria’

Quello di Lugano è dunque un Patriziato in salute? «Lo è. Ma un dato di fatto che molti patrizi oggi non vivono più in Ticino. A fronte di questa dispersione bisogna comunque marcare presenza e attaccamento al territorio. Bisogna trovare modi per coinvolgere i giovani affinché lo spirito patriziale rimanga vivo». E qui si tocca l’altro grande tasto: le finanze. Per coinvolgere è necessario proporre attività e per crearle bisogna avere dei mezzi. «Proprio così. Personalmente sto verificando con l’Ufficio giuridico della Sezione delle contribuzioni che cosa si può fare. Per ora non c’è ancora nulla di concreto, ma abbiamo un indirizzo di massima che sottoporrò all’Ufficio presidenziale entro fine maggio. L’intenzione comunque è scongiurare l’introduzione di una tassa obbligatoria, possibilità che abbiamo in base alla Legge organica patriziale, ma di lasciare tutto a titolo volontario, donazioni spontanee».

Moroni Stampa a capo della Fondazione

E mentre Beretta Piccoli è diventato presidente del Patriziato, il vicepresidente Giorgio Moroni Stampa ha assunto la presidenza della Fondazione del Patriziato, che fra l’altro si occupa di elargire borse di studio per i giovani. «E questa è una delle nostre tre attività principali. Quella sicuramente di maggior valore è l’Archivio patriziale, con documenti che risalgono al Trecento che sono depositati presso l’Archivio storico della Città di Lugano. Infine, anche se siamo un Patriziato urbano, abbiamo anche undici boschi». Ma un compito fondamentale dei patrizi è anche un bene immateriale: «Certo, ad esempio tramandare il bagaglio storico legato alle tradizioni che abbiamo. Per noi di Lugano poi c’è il compito di mediare con gli altri quattordici Patriziati della nuova Lugano. A tal proposito, citerei la brillante idea della Città: l’evento Patriziamo, che si svolge durante la Festa d’autunno, e che ci ha permesso di conoscerci e collaborare».