Chiesti 30 mesi per l’uomo accusato di aver truffato le società di carte di credito e falsificato documenti, accumulando oltre mezzo milione di debiti
Nove mesi da espiare, a cui vanno aggiunti i ventuno sospesi della precedente condanna, risalente al maggio 2022. È questa la pena richiesta dal procuratore pubblico Andrea Gianini per il 35enne luganese apparso oggi davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano. Le imputazioni principali sono pressoché le medesime dell’anno scorso, ossia ripetuta truffa per mestiere, abuso di impianto per elaborazione dati, abuso di carte di credito e falsità in documenti. «È diventato molto bravo a ottenere carte di credito e prestiti – ha affermato Gianini durante la requisitoria –, utilizzando prima le identità di familiari e conoscenti, arrivando poi a utilizzare identità completamente inventate».
All’origine di questo comportamento, stando alla perizia psichiatrica nonché alla testimonianza dell’imputato, vi sarebbe un patologico bisogno di sentirsi apprezzato dagli altri. I soldi ricavati illecitamente, che superano ormai il mezzo milione di franchi, sarebbero infatti stati spesi in maniera futile, «arrivando a spendere migliaia di franchi in discoteca, offrendo da bere a tutti», nonché in cocaina, che l’imputato offriva sempre con lo scopo di farsi apprezzare il più possibile. «È necessario un trattamento psichiatrico adeguato» ha detto l’avvocato difensore, Anna Grümann, che si è battuta per una pena massicciamente inferiore rispetto a quella chiesta dal pp. Il 35enne ha ammesso quasi tutti i fatti, e ha affermato davanti alla Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, di non essere in grado di risolvere da solo i propri disagi psichici. Tesi sostenuta anche da Gianini, che ha ritenuto la prognosi dell’imputato negativa. «Il suo bisogno di piacere agli altri lo spingerebbe nuovamente a delinquere – ha detto –, come con la sentenza precedente, dopo la quale ha atteso solo qualche giorno per ricominciare».
La sentenza è attesa per questo pomeriggio.