Alcuni Comuni stanno seriamente riflettendo sulla disdetta alla convenzione con Caslano, criticato nella nomina (bis) del comandante
Fra i corridoi del Comune-sede, a Caslano, e lungo le strade dei Comuni che hanno sottoscritto la convenzione del 2015, ovvero Magliaso, Tresa, Pura, Curio, Bedigliora, Novaggio, Astano e Miglieglia, aleggia più di un mal di pancia. La nomina (bis) del comandante della Polizia Malcantone Ovest, Marco Regazzoni, contestata in una prima sua formulazione e poi riproposta, non senza nuovi scenari polemici, continua a far parlare. E i toni permangono alti se non addirittura elettrici, tanto che, in più di un comune, arrabbiati per la posizione irremovibile (arrogante e assolutista, come l’hanno definita da più parti) di Caslano, si pensa all’ultima... spiaggia, il divorzio.
Nulla di ufficiale, per ora, ma ufficiosamente le riflessioni sono già state avviate. Dopo soprattutto la presa d’atto dell’esito della votazione della Commissione della polizia che, a larghissima maggioranza, ovvero sette contro uno (Caslano), e un astenuto (Curio), ha chiesto, a chiare lettere, di preferire a Regazzoni, sessant’anni quest’anno, il vice Graziano Ballinari. Malumori a cui hanno contribuito anche alcuni atti consiliari, già presentati e in dirittura d’arrivo da Tresa a Magliaso e nello stesso Caslano. Rapporti intercomunali, dunque, già incrinati che, anziché alleggerirsi, paiono compromettersi sempre di più.
Ti-Press
Marco Regazzoni, quando era alla guida della Polizia Ceresio Sud
A Tresa, per esempio, il Municipio si è chinato proprio in questi giorni sulla questione, soprattutto dopo aver ricevuto l’ennesima interpellanza sul tema. A Caslano, il gruppo Lega-Udc si è attivato, raccogliendo diverse sensazioni in merito, per formulare quanto prima un’interpellanza rivolta all’esecutivo: «Nel registrare questo scontento, siamo anche in attesa di una posizione chiara e definitiva in merito alla disdetta della convenzione da parte dei Comuni più critici – ci spiega il consigliere comunale Luca Bizioli –. Non abbiamo fretta, in quanto la prossima seduta del legislativo è fissata a giugno, ma la volontà c’è. Del resto non siamo per niente contenti, considerato che a nostre precedenti interpellanze non ci hanno risposto, peraltro con giustificazioni quantomeno discutibili».
E l’atmosfera da battaglia si ritrova anche a Magliaso dove, ancora una volta, non è proprio andata giù la decisione unilaterale del Comune-sede. «Diversi consiglieri comunali di altrettante formazioni partitiche – ci fa sapere il capodicastero Roberto Narduzzi – stanno preparando un’interpellanza sì a noi come esecutivo di Magliaso, ma che gireremo a specchio ai colleghi di Caslano. Come Comune posso dire che stiamo affrontando questo argomento col sorriso, sarcasticamente parlando, in quanto la nomina è stata fatta e noi direttamente non possiamo fare né dire nulla, in quanto la decisione finale spetta a Caslano. Dobbiamo solo accettare, ma è chiaro che, come altri Comuni, anche noi stiamo valutando di ‘far qualcosa’ perché così non va... questo loro modo di agire non va...».
Un tavolo che scotta, quindi, quello su cui si è firmata la convenzione e che potrebbe... saltare: «Può certamente scrivere che l’ipotesi disdetta è senz’altro fra quelle su cui stiamo riflettendo – non nasconde Narduzzi –. Con i miei colleghi di Municipio non siamo del resto contenti di questa decisione, come se dovessimo solo pagare e stare zitti... Decisione peraltro presa prima di ricevere il verbale della commissione che attesta la votazione quasi unanime e dunque chiaramente scritta ancor prima...».
Due fronti che giorno dopo giorno si allontanano, in particolar modo per la procedura sposata: «Sia chiaro – afferma ancora il capodicastero di Magliaso – nessuno ha da ridire sulla persona del comandante. I problemi non li abbiamo con lui, che potrebbe anche essere il migliore al mondo, ma li accusiamo con Caslano. Così, posso senz’altro dire, gli altri Comuni».
Animi agitati perciò, che sono arrivati anche a pensare alla strada dello ‘sciopero dei contributi’: «Ci abbiamo provato, ma legalmente non possiamo farlo – ammette Narduzzi –; però è chiaro, siamo obbligati ad accettare la decisione ma lo scontento è tanto. Per questo, anche all’interno della commissione, si è discusso per rivedere la convenzione stessa perché così non va! Certo, il problema è ben più ampio. Senza pensare alla Polizia unica, vi sono molti corpi che mostrano criticità, perciò bisognerebbe intervenire prima di tutto dall’alto».