Anche voci contrarie allo scalo nella serata pubblica organizzata a Bioggio, con il municipale Filippo Lombardi e il consigliere nazionale Bruno Storni
Qual è il destino dell’aeroporto di Lugano-Agno? Chi lo gestirà? «Il futuro dell’infrastruttura verrà deciso dal Consiglio comunale di Lugano che, alla luce delle difficoltà di rifinanziare Lugano Airport Sa (Lasa, nel frattempo liquidata), votò a favore del passaggio di gestione dello scalo ai privati entro la fine del 2021. Poi, con la procedura avviata, la cosiddetta Call for expression of interest (invito a manifestare interesse) emersero problemi di natura giuridica, quindi ora siamo in una fase di transizione». A domanda specifica, ha risposto così Filippo Lombardi, municipale di Lugano responsabile del dossier, stasera nel corso di un incontro pubblico organizzato al centro diurno di Bioggio dal Gruppo SEI (Sinistra, Ecologisti e Indipendenti) di Bioggio, in collaborazione con Ps e Verdi Agno, Manno RossoVerde e la sezione del Ps di Lugano.
All’incontro, moderato dal giornalista Rocco Bianchi, era presente anche il consigliere nazionale socialista Bruno Storni, oltre a un’ottantina di persone, tra le quali diversi politici attivi a livello locale. Obiettivo della serata, fare il punto a una situazione che appare in stallo su un argomento particolarmente sentito. Torneranno i voli di linea all’aeroporto di Lugano? «Al momento, questa non è una priorità, il Municipio di Lugano non è disposto a finanziarli», ha spiegato Lombardi. Intanto, è in corso la procedura di adozione, di competenza federale, del nuovo Piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica (la scheda Psia). Si tratta di una procedura lunga e complessa che coinvolge il Cantone e i Comuni di Agno, Muzzano e Bioggio. In vista del rinnovo della concessione federale, che è della Città di Lugano e che scadrà a fine 2026, se tutto filasse liscio, la ratifica dovrebbe giungere da Berna entro la fine di quest’anno.
Proprio alla fine del 2023 dovrebbe concludersi la fase di transizione, con lo scalo interamente in mano alla Città di Lugano. Dopodiché, in caso di adozione dello Psia, il legislativo di Lugano potrà decidere se cedere la gestione dell’aeroporto ai privati, oppure se optare per una forma di partenariato pubblico-privato. Potrebbero essere individuare formule di partecipazione che stanno funzionando in altri piccoli scali svizzeri. Si è detto sostanzialmente d’accordo il consigliere nazionale Storni, «ma che non sia il pubblico a finanziare i privati». Il consigliere nazionale ha poi bocciato l’idea di un eventuale ritorno dei voli di linea, mettendo in evidenza la questione legata all’impatto ambientale, in una zona molto popolosa: «In Svizzera abbiamo sviluppato un ottimo servizio ferroviario, bisogna eliminare i voli a corta distanza. L’aviazione deve diventare più ecologica. Alla luce della crisi climatica anche lo Psia dovrebbe tener conto di questo aspetto».
A proposito della procedura in corso, il Cantone e i tre Comuni confinanti sono stati e saranno ancora coinvolti, prima che il dossier arrivi all’Ufficio federale dell’aviazione civile. La scheda Psia intravede un ridimensionamento del comparto dello scalo (attualmente di 37 ettari) ha spiegato Lombardi. L’idea del piano di sviluppo elaborato dalla Città di Lugano contempla la riduzione sostanziale del perimetro aeroportuale e la cessione al Cantone di una fetta di territorio lungo il fiume Vedeggio, in zona ai Mulini (Muzzano), dove in futuro verrà realizzata la Circonvallazione stradale Agno-Bioggio e una diminuzione di territorio in zone Prati Maggiori (Agno). Dal pubblico, Matteo Poretti (già candidato al Consiglio comunale per l’Mps) ha contestato la funzione di servizio pubblico dell’aeroporto: «Non esiste nemmeno uno studio scientifico in merito al suo impatto sulla salute pubblica. Eppure, è una componente fondamentale per decidere se mantenerlo, visto che non possiamo dire che l’aeroporto risponde a un bisogno della stragrande maggioranza della popolazione». Nelle zone residenziali attorno all’aeroporto di Cointrin, gli ha fatto eco Storni, sono purtroppo emersi problemi di salute pubblica legati alla presenza dello scalo.
Anche la consigliera comunale di Lugano e copresidente del Ps di Lugano Tessa Prati ha chiesto quale sia l’opportunità d’investire in un servizio che è fondamentalmente per pochi. Dal canto suo, Lombardi ha ribattuto che allo scalo ci sono diversi tipi di utenti e tutti contribuiscono alla paga della settantina di dipendenti che lavorano all’aeroporto. «Abbiamo creduto e crediamo ancora che l’aeroporto porti benefici a tutta la regione – ha aggiunto il municipale di Lugano –. Anche con la gestione degli ultimi anni, senza gravare sull’erario cittadino, lo scalo attrae aziende e buoni contribuenti che generano reddito e ricadute fiscali a beneficio di tutta la collettività». Esclusa la possibilità di un allungamento della pista, sia a nord che a sud (anche se, nel documento pianificatorio, è contemplata quale informazione preliminare).
Non ci saranno comunque più investimenti pubblici nell’aeroporto, anche se l’infrastruttura necessiterebbe una sistemazione, ha assicurato Lombardi, ricordando l’impegno della Città nelle energie rinnovabili: «Anche Avilù ha acquisito il primo piccolo aereo elettrico. Sono convinto che lo sviluppo sarà importante».