Luganese

Usi terza classificata in Svizzera nelle scienze informatiche

Buona posizione per l‘ateneo ticinese nella classifica del Times Higher Education. Il decano: ‘È una questione di prestigio’

Buoni traguardi per l’ateneo
(Ti-Press)
12 dicembre 2022
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L’Università della Svizzera italiana (Usi) si qualifica terza università svizzera nella disciplina delle scienze informatiche all’interno della classifica del Times Higher Education, una delle classifiche accademiche più note e riconosciute a livello globale. L’Usi si posiziona così dietro solo ai due giganti del settore, ossia il Politecnico di Zurigo (Eth) e quello di Losanna (Epfl). «Queste classifiche si basano soprattutto sulla qualità della ricerca e su quella dell’insegnamento – spiega il decano della facoltà di scienze informatiche, Marc Langheinrich –, e per un’università piccola e giovane come l’Usi, non è facile ottenere buoni punteggi». Un miglioramento percepibile anche nel numero di studenti, passato dai trecento del 2016 ai quasi seicento di quest’anno.

Questione di reputazione

Il successo di un’università, e di conseguenza il suo posizionamento all’interno delle classifiche internazionali, è dettato in larga parte dal suo prestigio. «Un metro per misurare la reputazione – spiega il decano – è il numero di volte che un istituto viene citato nelle pubblicazioni, e l’Usi ha un numero di citazioni molto alto». Le citazioni, in parole povere, sono delle menzioni presenti in testi scientifici riguardo a soggetti di ricerca simili: in pratica, più un’università svolge ricerche di qualità su temi rilevanti, più questa verrà citata da altri ricercatori. La facoltà, spiega Langheinrich, si è inoltre impegnata, nel corso degli anni, a partecipare alle grandi conferenze e a far sentire la propria presenza a livello internazionale. «Ovviamente, tutto questo non si potrebbe ottenere senza il talento degli insegnanti e degli studenti, e alla qualità delle loro ricerche» aggiunge.

Anche la qualità dell’insegnamento da parte degli istituti è cruciale per il posizionamento in queste classifiche (chiamate anche ranking). «Un modo per misurare l’insegnamento è il numero di titolo di studio elargiti – spiega Maria Cristina D’Arrigo, che si occupa della presenza dell’università all’interno dei vari ranking –, ma tra gli altri fattori c’è anche la presenza di studenti e studentesse (e probabilmente in futuro verranno calcolati anche gli studenti gender neutral)».

Un settore che tira

Ma esattamente quali vantaggi porta una migliore posizione all’interno di queste classifiche? «Apparire più in alto in queste classifiche, che sono pubbliche e consultabili da tutti – spiega D’Arrigo –, sicuramente favorisce l’arrivo di studenti e ricercatori da tutto il mondo, ed è un modo per attirare talenti. Inoltre, l’internazionalizzazione delle ricerche, è un altro valore aggiunto». La presenza di studenti internazionali è sicuramente anche favorita dal fatto che la facoltà elargisce sia i corsi di Bachelor che quelli di Master, interamente in lingua inglese.

Inoltre, le attuali tendenze tecnologiche, contribuiscono sicuramente ad attirare un maggior numero di studenti. «In particolare, i nostri corsi di Master legati alla tecnologia finanziaria e all’intelligenza artificiale (Ia), si dimostrano particolarmente rilevanti al giorno d’oggi. Poi ci sono iniziative, come il Lugano Plan B, che hanno dato ulteriore visibilità alla nostra facoltà sul piano internazionale».

I politecnici? Irraggiungibili

Ma cosa permette a istituti come il politecnico di Zurigo di svettare nelle classifiche internazionali, non solo delle singole discipline, ma a livello globale? «Ci sono vari fattori, ma sicuramente uno dei più incidenti è quello del budget a disposizione» ammette Langheinrich. Ma da una grande reputazione derivano grandi responsabilità: «Un vantaggio che abbiamo è quello di poter proporre programmi di studio più innovativi (come ad esempio quello sull’Ia), mentre i grandi politecnici richiedono più tempo per queste cose».