Luganese

Dal Cardiocentro all’Italiano, 200 milioni in cantiere

L’intervento più importante sarà quello al Civico, col rifacimento delle camere. ‘Lugano polo cantonale’

Il rendering del Cardiocentro
(Camponovo architetti associati)
28 ottobre 2022
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I lavori preparatori sono già iniziati, al Cardiocentro, e preludono all’innalzamento dello stabile: due piani in più, per ospitare anche l’intero reparto di Neurologia. Il cantiere del Cardiocentro, ormai integrato nell’Ente ospedaliero, lancia come in un effetto domino, la ristrutturazione di tutti e tre gli ospedali cantonali in terra luganese, vale a dire l’ormai vetusto Civico, dove sono previsti gli interventi principali, e l’Italiano di Viganello oltre al nosocomio cardiologico. Lugano vede così confermato il suo ruolo di ‘polo’ cantonale degli ospedali, è stato detto nella conferenza stampa di presentazione organizzata dall’Ente ospedaliero cantonale, cui è intervenuto anche il presidente Paolo Sanvido. Gli investimenti in questo ambito riguardano peraltro l’interoTicino, 900 milioni di franchi in totale dei quali ben 300 previsti per il nuovo ospedale alle Semine di Bellinzona.

La chiesa e il villaggio

A Lugano insomma verranno trattati di regola i casi più delicati e urgenti. Mentre finisce nel dimenticatoio l’idea dell’ospedale unico, magari sul piano di Magadino, che aveva a suo favore una corrente di pensiero ma che, ci ha detto Paolo Bianchi, direttore della Divisione salute pubblica del Canton Ticino, «non è mai stata realmente percorribile» agli occhi del Governo.

Non è questa una sorpresa per il sindaco di Lugano. Michele Foletti: «Ogni tanto si leggevano sui giornali cose non proprio veritiere. Confermando Lugano come polo sanitario oggi si rimette la chiesa al centro del villaggio» al punto da poter sfatare il detto secondo cui: "Il miglior medico è il treno per Zurigo". «Ecco, penso che oggi questo detto sia sempre meno vero». Paolo Bianchi nel giustificare l’assenza del consigliere di Stato Raffale De Rosa, annunciato alla conferenza stampa di Viganello ma «ancora convalescente dall’infortunio, è in buone mani... quelle dell’Eoc» ha ricordato che «la qualità delle prestazioni offerte è strettamente legata anche agli spazi e alle strutture. Lugano è l’ospedale di riferimento cantonale, e questo nell’interesse dei pazienti ticinesi». Bianchi non dimentica però nemmeno chi lavora in queste strutture, e da cui trapela un certo malessere, confermato dal tasso di abbandono abbastanza elevato. Le strutture rinnovate dovrebbero rendere il posto di lavoro «ancora più attrattivo. Il CdS ha previsto misure specifiche come aumentare il numero di residenti, sostenere le carriere per evitare l’abbandono prematuro, sforzi condivisi. Il fattore umano della macchina è il miglior biglietto da visita per fornire medicina di qualità». Il fatto è che gli anni passano, e alcune sedi ospedaliere, vedi il Civico inaugurato nel 1980, non rispondono più ai criteri moderni. Insomma un altro passaggio epocale è inevitabile.

Glauco Martinetti, direttore generale Eoc, evoca antichi nosocomi che molti luganesi hanno fatto in tempo a frequentare, come l’attuale palazzo dell’Università di Lugano «stanzoni da 8 letti, soffitti alti 6 metri, spazi inadatti. Col Civico del 1980 si arrivò alle camere se non singole almeno da 4, lo stesso se pensiamo al vecchio Beata Vergine, a Bellinzona Ravecchia». Il Civico è ormai superato rispetto ai bisogni della nuova medicina. «Una medicina sempre più ’day hospital’, questa è una tendenza chiara. Sempre più su camere singole. Il bisogno di comfort è aumentato, per esempio tutte le camere dovranno avere la doccia. Bisogna anche pensare all’invecchiamento della popolazione. E Lugano è la ‘flagship’, l’ammiraglia, è qui che concentriamo i nostri casi più importanti ed è qui che lavora più del 30% dei nostri collaboratori. È e sempre sarà il polo».

Italiano sempre più ospedale del territorio

Le date di cantiere e il costo esatto degli interventi interni non sono ancora noti, dipenderanno da valutazioni ancora in corso e dalla sopraelevazione del Cardiocentro che darà il via alla catena di opere grazie agli spazi che man mano verranno a liberarsi nelle tre strutture. Per quanto riguarda l’orizzonte temporale, cioè la durata degli ospedali si parla di "un ciclo di vita completo, orizzonte almeno 2050/55". E il costo, beh la fetta più grande dei 200 milioni andrà proprio al Civico. Che abbandona l’originale progetto, forse oberato dalle troppe aggiunte, per concentrarsi sul comfort delle camere. Giusto che chieda scusa per i disagi che verranno causati dal cantiere. Per quanto riguarda il Cardiocentro, oltre ai due piani supplementari di camere, il direttore Massimo Manserra ha anticipato la creazione di un ‘piano tetto’ con ristorante, la ristrutturazione del settore ambulatoriale e l’ottimizzazione del flusso dei pazienti tra Civico e Cardiocentro. ll rinomato ‘Ospedale del cuore’ è ormai istituto del cuore e dei vasi, la medicina vascolare oggi al Civico viene integrata in uno dei piani supplementari mentre il secondo sarà assegnato a reparti come la degenza neurologica. La consegna è prevista nei primi mesi del 2025.

Una costruzione accelerata dai molti elementi prefabbricati all’esterno, come le facciate, spiega il progettista, l’architetto Giampiero Camponovo: «Giusto perché ho sentito di qualche dubbio in proposito, le fondazioni, palificazioni in cemento armato, erano già state predisposte per un futuro innalzamento di due piani, che avranno 28 camere e una 50ina di posti letto ciascuno. All’ultimo piano, completamente vetrata, la sala di ristorazione con vista sul golfo (un posto bellissimo) e il giardino pensile. Costo previsto? Una trentina di milioni, i contratti per i materiali sono già stati firmati».

Emanuele Dati, direttore Ospedale regionale Lugano: «Al Civico punteremo sulla multidisciplinarità, la trasversalità, all’Italiano riconosciamo un ruolo fondamentale nella connessione col territorio. Poteva essere visto come un ‘piccolo Civico’ ma domani sarà specializzato nell’ambulatoriale. I progetti per l’Italiano sono avanzati, avrà un grande poliambulatorio (oggi ci sono piccoli ambulatori e i pazienti sono sempre più complessi), punteremo anche sulla chirurgia con una sala operatoria in più». Tornando al Civico, è previsto anche un rifacimento della zona ingressi, con una accoglienza da rinnovare e ingiovanire, poi la parte di pronto soccorso e cure intensive riorganizzata e con 2 sale operatorie in più, il miglioramento parte endoscopica, dove c’è una evoluzione tecnologica molto forte. Sono già iniziati i lavori di ristrutturazione dell’autosilo. Avrà un’entrata all’ospedale con passerella interrata per evitare incrocio dei pedoni con veicoli e ambulanze». La consegna? «Entro il 2030, ma dipenderà anche dalla profondità dell’intervento, che stiamo ancora valutando». Infine, per chi teme disagi al traffico visto il concomitante cantiere del Polo sportivo, Foletti assicura che sono già stati predisposti alcuni accorgimenti per limitare il viavai di camion, come il riciclaggio del calcestruzzo proveniente dalla tribuna est e il riuso del materiale di scavo.