Pronunciata la sentenza nei confronti del 20enne che cercò di violentare una coetanea. Sei mesi della pena sono da espiare, il resto sospesi per tre anni
«Per lui era un semplice oggetto, è mancata qualsivoglia forma di empatia nei confronti della vittima: lei aveva paura, ma lui ha dimostrato la più totale incapacità di mettersi nei suoi panni». Ha motivato così, fra l’altro, la Corte delle Assise criminali di Lugano presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, la sentenza nei confronti del 20enne accusato di tentata violenza carnale nei confronti di una 19enne, quando entrambi avevano un anno in meno. Il giovane è stato condannato a tre anni di detenzione, sei mesi dei quali da espiare e i restanti sospesi condizionalmente per un periodo di prova di tre anni. La Corte ha dunque accolto la proposta di pena formulata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas e condivisa anche dall’avvocato difensore, Felice Dafond.
Come già emerso durante l’interrogatorio, d’altra parte, il giovanissimo imputato ha integralmente ammesso le accuse a suo carico. Attribuendo parte della colpa di quanto commesso al forte consumo di alcol e stupefacenti di quel venerdì sera, il 20enne ha poi spiegato di essere stato rifiutato da un’altra ragazza la notte della tentata violenza carnale. «Avevo un cattivo modo di gestire le mie emozioni e la mia rabbia» ha ammesso, aggiungendo di aver imparato molto dallo sbaglio compiuto. E durante il breve procedimento, in effetti, si sono toccati in particolar modo gli aspetti psicologici, dell’imputato come della vittima.
Il ragazzo, condannato anche per vendita e consumo di marijuana e hashish, ha infatti alle spalle diverse formazioni scolastiche interrotte, un giro di amicizie da lui stesso definito sbagliato e anche delle condanne per reati legati agli stupefacenti che gli sono già costate sette giorni di carcere alcuni anni fa. Inoltre, la perizia psichiatrica commissionata nell’ambito dell’inchiesta ha individuato un disturbo della personalità misto nel giovane. Sempre dopo i fatti, l’imputato ha iniziato un percorso terapeutico che, ha riconosciuto la giudice, sembrerebbe stia dando buoni frutti data anche la giovane età dell’uomo. C’è poi la situazione della vittima.
Una giovane che soffriva e soffre tuttora di ansia sociale, come ha spiegato la sua patrocinatrice Fiammetta Marcellini: «Trovarsi aggredita alle spalle, nel quartiere dove vive da sempre, in un punto dove si sentiva al sicuro e protetta, per lei è stato davvero segnante. Purtroppo questo episodio le ha causato una regressione della problematica di cui soffre». Alla ragazza, costituitasi accusatrice privata, è stato pertanto riconosciuto un risarcimento danni di poco superiore ai 2’000 franchi. Vista la problematica, la giudice ha cercato di indagare in aula quanto il 20enne abbia, oggi effettivamente maturato un senso di empatia nei confronti della ragazza. «Secondo lei come si è sentita la vittima?» lo ha incalzato. «Terrorizzata – ha replicato lui –. Penso che sia una cosa che non dimenticherà mai e che la segnerà per sempre e per questo sono molto dispiaciuto».
Nell’ammettere le sue colpe il 20enne ha poi precisato di essere ormai maturato e di augurarsi un futuro diverso. «Proprio oggi compie vent’anni – ha concluso Verda Chiocchetti, auspicando nei segnali positivi dimostrati –. Lei è un giovane uomo, la Corte vuole confidare che continui il percorso di crescita. Siamo passati da una situazione di totale mancanza di empatia, aggravata dalle modalità di aggressione (nel tentativo di stupro il giovane ha bloccato per un periodo sia il naso sia la bocca della vittima, ndr) e dalle frasi spregevoli formulate alla vittima, a oggi: c’è una presa di coscienza se non totale almeno buona».