L’imputata, oggi 30enne, è accusata di premeditazione e tentata decapitazione, inneggiamento all’Isis e ripetuta prostituzione illecita
Durerà una settimana, dal 29 agosto al 5 settembre, il processo a carico dell’autrice dell’accoltellamento avvenuto al quinto piano dei grandi magazzini Manor di Lugano il 24 novembre del 2020. Lo si apprende dall’aggiornamento pubblicato dal Tribunale federale. L’imputata, sedicente jihadista, aveva inferto una coltellata alla gola di una cliente e si era poi scagliata contro una seconda persona. La donna, luganese, oggi trentenne, secondo la pubblica accusa avrebbe agito con premeditazione e pianificazione. L’imputata avrebbe "intenzionalmente tentato di uccidere con un coltello, con l’intento di decapitarle, una cliente e una seconda donna, agendo con particolare mancanza di scrupoli e inneggiando all’Isis, come pure di avere, ciò facendo, dopo premeditazione e pianificazione, intenzionalmente messo a disposizione dello Stato Islamico risorse umane e promosso in altro modo le loro attività". La Procura federale promuove quindi l’accusa nei confronti della giovane, residente di Vezia, per i reati di ripetuto tentato assassinio, violazione dell’art. 2 della legge federale che vieta i gruppi "al-Qaida" e "Stato Islamico" nonché le organizzazioni associate. Gli avvocati di difesa, Daniele Iuliucci e Simone Creazzo, contestano invece che si sia di fronte a un caso legato ai gruppi estremisti.
La donna dovrà rispondere anche del reato di prostituzione, per aver esercitato illecitamente l’attività di prostituta, arrivando a guadagnare fino a circa 5’000 franchi al mese omettendo di annunciarsi alla Polizia cantonale. Il dibattimento, che si terrà al Tribunale penale federale di Bellinzona, durerà cinque giorni, nel corso dei quali verranno sentiti anche i periti psichiatrici. La sentenza della Corte (presieduta dalla giudice Fiorenza Bergomi) verrà resa nota il 19 settembre.