La Facoltà di teologia propone un corso destinato a chi si occupa dell’insegnamento a scuola e non solo. Intervista a Don Emanuele Di Marco
In Ticino incontriamo croci in rotonde, strade o colline. Il treno da Lugano a Mendrisio fa tappa a San Martino. Sul calendario sono segnate le vacanze di Natale e di Pasqua. Perché il 19 marzo è la Festa del Papà? Perché è giorno di pausa scolastica il giovedì dell’Ascensione? Sono solo alcuni elementi visibili di cultura e storia cristiana nel nostro territorio. Per comprendere meglio questi riferimenti e poterli spiegare alle nuove generazioni, la Facoltà di Teologia (Ftl) dell’Università della Svizzera italiana (Usi), insieme all’Ufficio insegnamento religioso scolastico della Diocesi di Lugano, propone un corso di formazione del Progetto educazione religiosa in età scolastica (Eres), che comincerà nelle prossime settimane. Un corso destinato a chi si occupa dell’insegnamento religioso a scuola e non solo. Al termine, si potrà ottenere il Certificate of Studies in Religious Education at School Age (Cs-Resa, Certificato di Studi in educazione religiosa in età scolastica).
Parola al professore della Ftl don Emanuele di Marco, che è anche docente di scuola elementare e ci spiega, in estrema sintesi, i contenuti della nuova formazione.
Si tratta di un corso nuovo che avrà bisogno di assestarsi, coinvolge diversi docenti e prevede due ore a settimana per due anni, per un totale di circa cento ore. È composto di due semestri teorici invernali e uguali per tutti, la parte teorica non è solamente pedagogia, ci sono varie materie teologiche, come l’introduzione al Nuovo Testamento, Teologia della famiglia, Cristologia, fra le altre, che daranno una base a quello che successivamente saranno i contenuti da affrontare. I due semestri primaverili sono invece pratici: il singolo studente sceglierà a quale laboratorio iscriversi, in modo che il profilo sia quello della scuola, o quello della catechesi. In questa seconda parte, ci saranno attività pratiche.
Come nasce questo progetto e per quali ragioni è stato organizzato?
È la risposta a un bisogno di formazione per coloro che si occupano dei bambini e dei ragazzi nell’età scolastica. Non solo nella scuola o nell’oratorio, ma in generale, per poter affrontare il tema con i più piccoli. La società, per quanto possano essere mutati gli equilibri religiosi, culturali, di appartenenza a un’istituzione più che a un’altra, ha molti riferimenti che hanno bisogno di essere interpretati. Questo corso potrà dare dei criteri per comprendere un mondo che i bambini e i ragazzi affronteranno offrendo ulteriori elementi di comprensione.
Occorrono requisiti per partecipare al corso?
Il corso esula da quello che sono i gradi accademici, rilascia un certificato e non una laurea, quindi non occorrono requisiti particolari. L’intenzione è quella di dare una formazione di base. Chiaramente, chi volesse iscriversi, dovrebbe avere una buona dose di entusiasmo, uno spiccato senso educativo e poi passione per il mondo della scuola e per il mondo formativo, sapendo comunque che è un progetto nuovo e che si inserisce in un contesto che sta evolvendo, in sintonia con le indicazioni dipartimentali. La Ftl offre un contributo in più sia per chi lavora nella parrocchia e sceglie il profilo catechista, sia per chi è nella scuola e vuole approfondire questi temi.
Qual è la differenza e la base comune tra l’istruzione religiosa scolastica e il catechismo?
C’è una base comune che è quella della pedagogia religiosa e affronta l’insegnamento di contenuti religiosi, che sappiamo fanno parte della vita dei nostri bambini e giovani. Quando è illustrata a livello scolastico, proprio per mantenere la libertà di culto e la laicità dello Stato, l’istruzione religiosa ha come obiettivo la formazione culturale. Quindi, fornisce alcune chiavi di lettura e di interpretazione della nostra realtà: perché quella via si chiama San Giovanni? Perché c’è una chiesetta in quel luogo? Perché la settimana autunnale delle ferie si chiama Settimana dei Morti? Quindi riuscire a interpretare questo dato, dal punto di vista culturale. Per ciò che concerne, invece, la catechesi, siamo nell’ambito ecclesiale e quindi ci si preoccupa di formare i bambini a una conversione del cuore, a una adesione alla fede cristiana. Gli ambiti e gli scopi sono diversi, vogliamo sottolineare questa differenza, partendo dal religioso comune.
Come si pone, nel Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese, la materia d’insegnamento religioso scolastico?
Il piano degli studi attuale presenta anche nell’istruzione religiosa un’evoluzione, un’entrata in quello che sono i nuovi processi che il dipartimento sta attivando in tutte le materie. In questo contesto, la riforma Harmos, nella sua progettazione, per competenze e negli altri suoi principi educativi, diventa una risorsa per l’istruzione religiosa. Quindi, la pedagogia evolve come scienza dell’educazione, come scienza dell’apprendimento ed effettivamente è bello vedere che questo avviene anche in questo specifico ambito.
Qual è l’importanza dell’insegnamento della religione nella scuola?
I genitori possono essere tranquillizzati sul fatto che è una possibilità per il bambino di completare il suo sguardo sul mondo e anche di trovare qualche risorsa in più, visto che siamo in un tempo in cui c’è difficoltà a vedere la fiducia nel futuro, c’è difficoltà a immaginare delle prospettive che lascino rasserenare il cuore. L’etica che viviamo alle nostre latitudini ha molti radicamenti ancorati alla nostra cultura, della quale non dobbiamo avere paura, poi sicuramente il mondo è evoluto e ha preso le sue scelte, ma tanti punti base sono veramente condivisi e hanno nella cultura cristiana una risorsa e non un impedimento.
Per informazioni e per iscrizioni (il termine è fissato per il prossimo 31 agosto), occorre scrivere alla Segreteria della Facoltà di teologia: info@teologialugano.ch. Si può consultare il sito www.teologialugano.ch sotto la voce Didattica: Progetto di educazione religiosa scolastica.