Tamara Merlo (Più Donne): ‘È necessario per limitare le disparità’, mentre per il municipale Lorenzo Quadri sarebbe inutile: ‘In Città non è un problema’
Politiche di genere: Mendrisio ha già un piede nel futuro, a Lugano a che punto siamo? A sollevare la questione durante lo scorso Consiglio comunale è stata Tamara Merlo, consigliera comunale di Più Donne, che si è pronunciata a favore della creazione di un dicastero dedicato alle politiche di genere anche per la Città di Lugano, sull’esempio del pionierismo mendrisiense. Il capodicastero Formazione, sostegno e socialità, Lorenzo Quadri (Lega) si è espresso invece negativamente. «Non si vede la necessità di creare un Dicastero apposta quando quei temi vengono già trattati sotto il Dicastero già esistente».
«La disparità di genere è una vera e propria emergenza – ha esordito Tamara Merlo –. Un Dicastero per la parità e le politiche di genere sarebbe un segnale forte per dire che la Città aderisce pienamente alla Strategia Parità 2030 del Consiglio federale. I passi avanti in questa direzione ci sono, ma sono troppo pochi e ancora troppo lenti. La disparità di genere è una vera e propria emergenza. Le donne in Svizzera guadagnano in media 1’512 franchi (ogni mese) in meno degli uomini e hanno oltre il 30% in meno, se parliamo della pensione. La parità non si esaurisce a livello dei salari dell’amministrazione cittadina, anche se la parità salariale nel settore pubblico è un buon punto di partenza. Un punto di partenza obbligatorio, considerando che è la legge che impone un salario uguale per un lavoro di egual valore e non solo nel settore pubblico ma ovunque. La nostra Città può e deve fare di più al suo interno, ad esempio con una migliore presenza femminile anche nei posti direttivi, con una migliore distribuzione di genere nella varie classi salariali. Occorrono poi azioni a tutti i livelli, dalla lotta alla violenza domestica e di genere, alla formazione a tutti i livelli sui problemi relativi alle discriminazioni di genere, alle molestie, agli abusi ecc. Passi avanti ci sono (e ci mancherebbe altro, dopo mezzo secolo dal diritto di voto per le donne), c’è maggiore sensibilità ma ancora non si tratta la disparità di genere per quello che è: una vera e propria emergenza. Un’emergenza che richiede mezzi e risorse e azioni coordinate, ma soprattutto richiede un cambio di mentalità che porti la parità a essere la nostra priorità».
Il municipale leghista si trova sul fronte opposto. «Un Dicastero di questo tipo mi sembra assolutamente superfluo e puramente declamatorio. Sarebbe un modo per pompare ulteriormente l’amministrazione pubblica a spese del contribuente per questioni di politicamente corretto e di promozione di un certo tipo di discorsi che vanno di moda adesso ma che nella pratica non portano a nulla. Non vedo una disparità di genere per quanto riguarda l’amministrazione della Città, anzi la parità di genere con i collaboratori è garantita. In tempi recenti varie donne sono state promosse al ruolo di direttrici quindi penso che questa sia una richiesta fuori luogo, puramente populista e di tipo propagandistico».
Secondo Quadri, la creazione di un simile Dicastero «darebbe l’impressione che a Lugano ci sia un problema di parità di genere nell’amministrazione. Nel nostro Dicastero socialità le donne sono ampiamente rappresentate a livello di dirigenza, tant’è che la direttrice è una donna come lo sono le sue strette collaboratrici. Siamo quasi ai livelli di dover fare le quote azzurre piuttosto che quelle rosa». Il municipale leghista ritiene che il tema della parità di genere sia già stato preso ampiamente in considerazione: «Se la consigliera comunale Merlo – ha affermato il municipale – conoscesse l’amministrazione comunale saprebbe che nel Dicastero socialità le donne sono ampiamente rappresentate. Non vedo la necessità di inventarsi un nuovo dicastero che servirebbe solo a spendere soldi pubblici senza risultati concreti. Non si vede la necessità di creare un dicastero apposta quando questi temi vengono già trattati nel dicastero già esistente, il quale si occupa di integrazione in senso lato».
Il Municipio di Mendrisio si è invece aggiudicato il primato di Comune ticinese con un dicastero dedicato proprio alle Politiche di genere. «Tutte le forze politiche hanno mostrato grande sensibilità sulle questioni delle pari opportunità – ha spiegato Françoise Gehring, municipale a capo del nuovo Dicastero –. Sensibilità che si è trasformata in una chiara volontà politica. Questa apertura si era del resto manifestata anche con il sostegno di tutte le forze politiche a favore dell’istituzione di vie al femminile; e anche questo progetto è frutto di un’interrogazione interpartitica. Ciò significa che progetti e proposte condivise hanno in sé un potenziale di consenso che, ripeto e sottolineo, grazie alla volontà politica, vengono realizzati».
La Città, nei suoi obiettivi strategici e di legislatura 2021-24 ha definito un Piano d’azione delle politiche di genere (presentato lo scorso 13 giugno) in linea con il Piano cantonale e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi nell’ambito dell’Agenda 2030 dell’Onu. Il Dicastero politiche sociali ha così ampliato il proprio focus inglobando il settore delle politiche di genere. «La volontà di implementare le pari opportunità, che sono parte integrante della Costituzione svizzera, è alla base di tutto – ha affermato Gehring –. Leggere la realtà con gli occhiali di genere significa aprirsi a una società più inclusiva, forte e dinamica. Capace di rispondere alle sfide e ai cambiamenti. Il Piano di azione della Città di Mendrisio è un primo risultato concreto e soprattutto un punto di partenza. Si tratta di procedere per obiettivi realizzabili e quantificabili. Insomma, a Mendrisio procediamo con ambizione, ma anche con realismo. Tre sono gli assi strategici della nostra azione: pari opportunità nell’amministrazione comunale, nella sfera professionale e nel contesto formativo. Assi che costituiscono un punto di partenza per lo sviluppo del settore al fine di incrementare la consapevolezza degli uffici e dei servizi comunali su come il loro ruolo possa influenzare le politiche pubbliche in un’ottica di genere».