L’associazione che gestisce i centri di Lugano e Viglio traccia il bilancio del 2021. Pandemia e guerra fanno crescere l’uso di psicofarmaci
Cinquant’anni fa, negli Stati Uniti, morivano le prime persone a causa dell’eroina. Oggi, il mondo che ruota attorno alla droga è cambiato enormemente: è quasi sparito dalla circolazione l’eroinomane ‘puro’ che consuma soltanto il derivato dall’oppio. Negli ultimi anni, lo stupefacente più usato a livello globale è sicuramente la cannabis seguita dalla cocaina mentre resta alto l’utilizzo di alcol, ci racconta Mirko Steiner, direttore del Centro terapeutico di Villa Argentina (appartenente all’Associazione L’Ancora), in occasione della tradizionale presentazione dell’annuale rapporto di attività del 2021 nella sede di Viglio (Collina d’Oro).
Un anno, come il 2020, che è stato caratterizzato dalla pandemia Covid-19, che ha richiesto di proseguire l’applicazione delle misure di prevenzione e di controllo, secondo le direttive del medico cantonale. La sede di Viglio è stata occupata da pazienti in fase iniziale e intermedia di terapia, mentre la sede di Lugano è stata utilizzata per la fase avanzata di terapia e ospitava gli ospiti più gravi. Il rapporto 2021 è stato contrassegnato dalla pandemia che ha obbligato l’associazione a "rinchiudersi" nella sede di Viglio, lasciando pochi pazienti a Villa Argentina in Corso Elvezia e riuscendo così a dedicare un piano intero della struttura di Lugano per i casi di Covid (usato poco grazie alla prevenzione e siccome tutti gli operatori e i pazienti si sono vaccinati) unendo le due équipes in una. Tanto è vero che i casi di Covid sono stati limitati a due.
Negli ultimi tempi, «osserviamo una costante crescita della dipendenza dalle benzodiazepine (psicofarmaci con proprietà ansiolitiche, sedativo-ipnotiche, convulsivanti, miorilassanti e anestetiche, ndr), che sono tranquillanti legali, spesso usate male e ‘annaffiate’ con l’alcol – dice Steiner –. Un aumento probabilmente legato alla pandemia e negli ultimi mesi la guerra in Ucraina che hanno generato tanta insicurezza per una situazione economica in peggioramento. Questo accresce l’ansia nelle persone, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) alla fine del millennio citò la depressione come malattia più invalidante nel futuro. Quindi, questo contesto, provoca un aumento della richiesta di medicamenti per tranquillizzare». Rispetto invece al fentanyl, un oppioide sintetico assai pericoloso, negli Stati Uniti questo farmaco rappresenta un problema, afferma il direttore, secondo cui alle nostre latitudini la situazione resta sotto controllo.
Tornando nel Luganese, la casistica dell’Associazione L’Ancora è rappresentata da persone dipendenti da varie sostanze, quasi tutti con diagnosi psichiatriche. Nel 2021 le segnalazioni si sono concretizzate in 33 ammissioni, pari al 67,34%, in aumento rispetto all’anno precedente, di cui quattro penali e un privato italiano, mentre sono stati conclusi i due collocamenti provenienti da fuori cantone. Il direttore Steiner, nell’incontro odierno con i media, assieme al presidente Fulvio Pelli, al segretario Gianrico Corti e al dottor Tazio Carlevaro ha parlato di una buona la collaborazione con le Arp, la polizia e il reparto di gendarmeria, per la gestione di casi complessi e situazioni di allontanamento non autorizzato.
I dati statistici registrati confermano l’andamento del 2020 con 41 pazienti in totale, e un tasso di occupazione del 75%; si osserva una prevalenza maschile (75,60%), un lieve abbassamento dell’età media, tra i 31-40 anni (29,26%) e gli over 40 (36,58%), pazienti con stato civile nubile o celibe (68,29%), con figli (36,58%), provenienti dal Sottoceneri (48,78%) e dal Sopraceneri (43,90%), e infine tre pazienti oltre Gottardo e italiani. Questi ultimi vengono sempre segnalati dagli enti collocanti di Ingrado, Antenna Icaro, Ufficio dell’Assistenza riabilitativa, per quanto concerne i mandati volontari (80%), mentre dal Patronato penale per i pazienti sotto mandato penale (circa 20%). Si segnala un aumento del ricorso alla curatela dal 34% al 56% e di quanti beneficiano di una rendita Al (56%); il 51% ha una formazione professionale conclusa. Resta aperta la questione dell’alloggio per i pazienti gravi e cronici, di solito over 50, per i quali mancano valide soluzioni sul territorio, per accompagnare queste persone con il quarto pilastro, ossia quello della riduzione del danno, riferisce il direttore.