Luganese

‘Ti aiuto a fare la modella’, ma è una truffa: condannato

Un 43enne del Luganese si è intascato circa 375’000 franchi creando domini internet che promettevano collaborazioni con grandi marchi della moda

Quasi 1’700 persone ingannate
(Ti-Press)
23 maggio 2022
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Grandi brand dell’abbigliamento, della distribuzione alimentare, dell’industria automobilistica. Nomi che avrebbero fatto gola a qualsiasi aspirante modella o modello. E in molti sono cascati infatti nella rete del 43enne residente nel Luganese condannato oggi alle Assise correzionali di Lugano a due anni sospesi condizionalmente per altrettanto tempo.

Promessi guadagni fino a 500 franchi al giorno

Il procedimento si è tenuto nella formula del rito abbreviato, non sono stati dunque discussi in aula i dettagli dell’attività delinquenziale dell’imputato, protrattasi dal 2014 al 2021. Tuttavia gli estremi riassunti nell’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli sono chiari: il condannato ha creato nel tempo una mezza dozzina di domini internet, cambiandoli di volta in volta per evitare segnalazioni, promettendo collaborazioni con grossi marchi e lauti guadagni. Poggiandosi su una – fasulla, ça va sans dire – macchina operativa importante con uffici internazionali a Milano, Roma, Torino, Berlino, New York, Houston, Edimburgo, venivano promessi servizi fotografici, casting, preselezioni e incarichi lavorativi di vario genere con agenzie e clienti. Il tutto con guadagni assicurati di 500 franchi al giorno e oltre.

Quasi 1’700 ingannati

Il 43enne – un italiano nato e cresciuto in Svizzera interna ma residente oggi nel Luganese e difeso dall’avvocata Sandra Xavier –, nel 2021 si è poi orientato a servizi di intermediazione immobiliare, ma sempre con il medesimo modus operandi. Con le vittime comunicava utilizzando vari pseudonimi fittizi così da dare la parvenza di una rete di collaboratori attiva, ma di fatto inesistente. Ai malcapitati venivano poi offerte varie categorie di abbonamento, dai 180 ai 260 euro, che a seconda delle categorie promettevano vie preferenziali per la professione di modello/a. In realtà, l’imputato si limitava a fare copia e incolla degli annunci trovati in internet relativi a possibili casting e li inviava poi ai candidati. In totale, sono state 1’668 le persone ingannate, che hanno permesso all’uomo di intascarsi oltre 375’000 franchi.

Fatti chiari dunque, anche perché peraltro integralmente ammessi dall’imputato che sostiene di aver cambiato vita, che hanno così indotto le parti ad accordarsi e al presidente della Corte, il giudice Amos Pagnamenta, a infliggergli la pena condannandolo per truffa per mestiere.