Se a Lugano ci sono i primi segnali di un’inversione di tendenza, la ‘capitale’ del Nord-est cresce da un lustro dopo decenni di crisi. Ecco perché
Ambiente e formazione, cultura e sport, economia e ricerca, mobilità e inclusione sociale, digitalizzazione. Sono una decina gli ambiti di Visione 2030, il corrispettivo delle Linee di sviluppo 2018-28 luganesi elaborato dalla Città di San Gallo per pianificare il proprio futuro prossimo. Tra le grandi città svizzere, la ‘capitale’ del Nord-Est è quella col profilo demografico più simile a Lugano. In termini assoluti – rispettivamente 76’000 e 63’000 abitanti – e anche di trend. Dopo un lungo periodo di fasi di declino intercalate da altre di sostanziale stagnazione, a San Gallo solo recentemente la popolazione ha ripreso, seppur ancora timidamente, a crescere. E il futuro sembrerebbe roseo: stando a uno studio elaborato dalla stessa Città, entro il 2040 gli abitanti dovrebbero aumentare del 20%, più di tutte le altre città svizzere sopra i 50’000 abitanti.
Spontanei quindi il paragone, pur con i distinguo dovuti a differenze storiche e di contesto socioeconomico, e la curiosità di capire come San Gallo sia riuscita a intraprendere il cammino di crescita demografica. «La città ha vissuto un primo lungo periodo di declino dal 1975 al 1987 – ci dicono da San Gallo –, seguito da due più brevi a metà degli anni Novanta e a metà degli anni Duemila». Due soprattutto i fattori che hanno portato alla lunga crisi e alla successiva inversione del trend, uno naturale e l’altro migratorio. «Dagli anni Settanta in tutta la Svizzera la natalità è molto diminuita. A San Gallo, le nascite si sono quasi dimezzate tra il 1960 e il 1980. Dal 2010 in poi il loro numero è nuovamente salito ed è al di sopra dei valori del 1980». Inoltre, «dal 1975 ci sono stati 6 anni consecutivi di forte emigrazione, a causa della grave recessione del periodo. Negli anni successivi l’emigrazione è dapprima diminuita, per poi essere nuovamente superata dall’immigrazione».
Oggi dunque San Gallo è tornata a crescere, «ma ancora al di sotto della media svizzera» precisano. «La Città sta lottando per supportare questo trend ed è fortemente impegnata a stimolare la crescita». Come? «Ad esempio sviluppando nuovi settori e creando slancio economico: ulteriore sviluppo dell’offerta educativa all’Università di San Gallo, creazione dell’East Innovation Park da parte del Cantone, finanziamento di start-up. E poi agiamo molto sulla strategia abitativa per attirare giovani e famiglie». Aspetto che pare centrale nella strategia politica della Città: «Lo sviluppo di spazi abitativi attraenti è fondamentale se si desidera che la popolazione aumenti».
«Negli ultimi anni c’è stato un forte impegno della Città nel rafforzare la posizione di San Gallo come centro dell’innovazione nella Svizzera orientale con lo sviluppo di vaste aree dedicate alla ricerca. Inoltre sono stati effettuati importanti investimenti nelle energie rinnovabili, dal fossile al fotovoltaico», ci dicono. Ed effettivamente, sempre secondo lo stesso studio sangallese relativo al 2018, San Gallo si posiziona al terzo posto fra le dieci grandi città in Svizzera (dopo Berna e Zurigo) nel rapporto fra posti di lavoro e abitanti: i primi sono 84’000, i secondi 76’000. Lugano, invece, è fanalino di coda tra Ginevra e Losanna, dove tuttavia la popolazione sta aumentando. Nel 2018 la città ticinese contava 63’000 residenti a fronte di 57’000 posti di lavoro.
«Bisognerebbe fare un confronto più ampio fra la realtà urbana e la morfologia delle due città – commenta Foletti –. La nostra zona industriale è molto ridotta per limiti territoriali e bisogna considerare che abbiamo perso 3’000 posti di lavoro nel settore finanziario negli ultimi quindici anni. Sono posti di lavoro che stiamo cercando di sostituire in altri settori, ma non è così immediato». Foletti aggiunge che la strategia di sviluppo di San Gallo ricalca in larga parte quella di Lugano e che anche la città ticinese vuole essere più attrattiva per le famiglie: «Negli ultimi anni c’è stato il potenziamento del settore extrascolastico per favorire la conciliabilità lavoro-famiglia. Bisogna tener conto del fatto che storicamente il Ticino è un po’ in ritardo rispetto alla Svizzera interna in questi ambiti, probabilmente per fattori culturali. Dobbiamo fare di tutto affinché abitare e lavorare a Lugano sia attrattivo». Nel solco, o meno, di San Gallo.