Malgrado abbia ottenuto ragione dal Tribunale federale, la Città non potrà spendere i sei milioni di franchi per le due strutture provvisorie
«Non c’è niente da costruire: il credito è scaduto. È la ‘classica’ vittoria di Pirro per la Città di Lugano. Il signor Kessel ha comunque ottenuto il suo obiettivo». Commenta così il titolare del Dicastero aeroporto di Lugano Filippo Lombardi la sentenza favorevole del Tribunale federale che ha respinto un ricorso presentato contro la costruzione di due nuovi hangar all’aeroporto di Agno. Quella del capodicastero è la conferma di quanto aveva dichiarato il municipale Michele Foletti: ossia che, nonostante il responso favorevole dei giudici di Mon Répos, le infrastrutture provvisorie non verranno realizzate dalla Città di Lugano. Il credito votato dal Consiglio comunale nella legislatura scorsa, più precisamente, nel maggio 2018 è definitamente scaduto.
Di conseguenza, i sei milioni di franchi non si potranno spendere, nonostante la Città abbia ottenuto ragione nella vertenza avviata da Dario Kessel, imprenditore proprietario di alcuni fondi nel sedime aeroportuale. Tecnicamente, si parla di perenzione del credito, spiega Lombardi, secondo cui, «la vittoria può solo consolare la Città che aveva fatto le cose a regola d’arte, ma gli hangar non sono più realizzabili con il credito votato». Nel frattempo, quali sviluppi ci sono stati nell’operazione di passaggio della gestione dell’aeroporto in mano a privati? «Prossimamente il gruppo di lavoro tecnico-giuridico incontrerà le tre cordate rimaste in lizza», risponde il titolare del Dicastero aeroporto di Lugano. Lo scalo si deve tenere gli hangar che possiede, sarà casomai il gruppo di privati che assumerà la gestione aeroportuale a provvedere a un investimento ritenuto necessario, siccome le strutture odierne da diversi anni sono considerate vetuste e perché diversi aerei privati sono costretti a essere posteggiati all’aperto per carenza di spazio. Una necessità imprescindibile legata alla sopravvivenza stessa dell’aeroporto, come abbiamo scritto nel febbraio 2021.
D’altra parte, il credito di costruzione venne adottato dalla maggioranza del legislativo quando il contesto era completamente diverso. La Lugano Aiport Sa (Lasa) era ancora viva e, a livello politico, si discuteva di un messaggio municipale per ricapitalizzare la società e anche dell’opportunità di lanciare un referendum contro la realizzazione dei due hangar, ancorché provvisori. Intanto è cambiato quasi tutto. C’è stata l’ipotesi di un doppio referendum per il quale sono state raccolte le firme necessarie, contro i sostegni voluti dalla maggioranza del Consiglio comunale di Lugano (nel novembre 2019) di 5,76 milioni di franchi, e dalla maggioranza del Gran Consiglio che qualche settimana prima aveva votato il credito di 2,4 milioni a favore della ricapitalizzazione di Lasa e all’aumento della quota di partecipazione cantonale nella società dal 12,5% al 40%. Tali decisioni sono state oggetto di due referendum, uno cantonale e uno comunale, rinviati a causa della pandemia di coronavirus e infine annullati a seguito della liquidazione di Lasa.