Tre ventenni sono stati rinviati a processo con l’accusa di aver stuprato una coetanea. Ma gli imputati negano. Rischiano oltre 5 anni di carcere
L’avrebbero ripetutamente violentata, filmata con il telefonino cellulare durante gli atti sessuali e picchiata. La vicenda sarebbe avvenuta nel Luganese a casa di uno degli imputati, sei mesi fa, il 25 settembre scorso, al termine di una serata in discoteca. Autori, tre ventenni, due cittadini italiani e uno ticinese, che negano ogni addebito, sostenendo che la vittima – una loro coetanea – fosse consenziente. Non la pensa così, invece, la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, titolare dell’inchiesta penale, che dopo l’istruzione del caso ha disposto il rinvio a giudizio dei tre imputati per il prossimo 4 aprile davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano. Processo che potrebbe durare più giorni.
I tre giovani, a vario titolo e ognuno secondo le proprie responsabilità, dovranno rispondere di violenza carnale ripetuta, violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa di immagini ripetuta, coazione sessuale ripetuta, lesioni semplici, subordinatamente vie di fatto, ingiuria e contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti. La Corte, presieduta dal giudice Mauro Ermani (giudici a latere, Aurelio Facchi e Monica Sartori-Lombardi) sarà completata dagli assessori giurati, motivo per cui se gli imputati saranno riconosciuti colpevoli rischiano condanne superiori ai cinque anni di carcere. I tre ventenni, che si presenteranno in aula in stato di detenzione, saranno difesi dagli avvocati difensori: Clarissa Indemini, Mattia Guerra e Deborah Gobbi. Il caso, come detto, è indiziario dal momento che gli accusati si professano innocenti.