Il viaggio in parapendio più lungo al mondo, almeno per un giorno: il ‘piccolo’ record del luganese Mattia Vosti sopra i cieli ticinesi
Il migliore al mondo, almeno per un giorno. Mattia Vosti, 20enne di Lugano, ha realizzato un’impresa, seppur nel suo ‘piccolo’. Il 23 febbraio si è ritrovato in vetta alla classifica internazionale di www.xcontest.com, piattaforma che riunisce circa 27’000 appassionati di parapendio dai quattro angoli del pianeta che pubblicano quotidianamente sul sito i propri risultati in cielo. Sotto di lui, un migliaio di persone: «Significa che in quel determinato giorno, di tutte le persone che hanno volato e che hanno registrato il proprio volo, sono quello che ha percorso il tragitto più lungo», ci spiega. E c’è un ‘record nel record’ per il tiktoker ticinese: si tratta infatti del suo miglior risultato da quando ha iniziato a volare oltre quattro anni fa. «In realtà ne avevo fatto uno leggermente più lungo due anni fa, ma purtroppo ho avuto la sfortuna che durante il volo mi si è spento il Gps e quindi non ho potuto registrarlo (ride, ndr)».
Avevamo lasciato Vosti due anni fa, neodiciottenne con un milione di follower su TikTok, che aveva appena firmato un contratto come affiliato del colosso cinese dei social. «Ora le cose sono un po’ cambiate – ci dice –. È cambiata la proprietà dell’app, sono cambiati gli algoritmi, le persone. Pubblico ancora, ma lo faccio più come passione che come influencer». Il ragazzo ha raggiunto una certa notorietà combinando la passione trasmessagli dai genitori, entrambi con brevetto di volo in parapendio, con le nuove tecnologie: realizzava brevi video dei suoi voli accompagnati da brani musicali famosi. Clip che grazie al tam-tam diventavano virali. «Adesso l’app si sta riorientando e anche io sono un po’ cambiato. È un periodo della mia vita dove mi sono preso del tempo per capire cosa fare e volare mi aiuta».
Il giro effettuato dal giovane parapendista è stato di 121 chilometri, per circa sei ore in cielo. «Sono decollato attorno a mezzogiorno dai Monti della Gana, sopra a Cugnasco, arrivando subito a 2’600 metri di quota circa – ci racconta –. Poi ho proseguito verso Cimetta, volando sopra le Centovalli fino a Santa Maria Maggiore, in Italia. Lì mi sono accorto che c’era vento da sud e ho pensato che avrei potuto sfruttarlo per recarmi verso nord e così ho fatto. Dalla Valle Vigezzo sono passato quindi alla Valle Onsernone, all’alta Valle Maggia. Salendo alla quota di 2’900 metri sono passato quindi in Valle Leventina. Sopra al Ritom ho incrociato un altro pilota, prima di allora ho compiuto il viaggio completamente in solitaria. C’eravamo solo io, le montagne, il vento e basta. Nessun altro in giro: fantastico. Sono poi risceso lungo la Riviera e sono atterrato al tramonto a Bellinzona, vicino al liceo».
Con modestia, il 20enne spiega che di aver avuto anche «fortuna»: «Ho trovato condizioni atmosferiche straordinarie, soprattutto considerando il periodo dell’anno, perché di solito a quelle altitudini ci sono turbolenze da nord. Solitamente per il parapendio il periodo migliore è in primavera. Le nuvole si trovano a quote più elevate e quindi è possibile volare più in alto e di conseguenza più lontano. Per febbraio invece non è usuale avere questo contesto». Un colpo di vento, uno di fortuna e uno, naturalmente, di bravura. E Vosti si è ritrovato primo nella classifica mondiale. «Sulla piattaforma ci sono numerose classifiche: c’è quella internazionale, quella nazionale (1’500 circa gli iscritti in Svizzera, ndr) e quella regionale. La stagione va da ottobre a ottobre e alla fine vengono pubblicate le classifiche definitive e chi ha totalizzato più punti, vince dei premi».
Una sorta di agonismo su scala globale, grazie alle nuove tecnologie come il Gps tutti i parapendisti del mondo, potenzialmente, possono mettersi in competizione l’uno con l’altro. Ma si tratta di uno sport per tutti? «Non credo che ci vogliano doti specifiche – valuta il giovane –. Con determinazione e impegno ce la si può fare. Molte persone dicono di aver paura dell’altezza, di soffrire di vertigini. Ma è una situazione completamente diversa rispetto a quelle che si provano restando a terra e salendo magari in alto. Però certo, la formazione è fondamentale». Come quella che ha concluso lui alla scuola di parapendio di Sant’Antonino. E dal profilo finanziario, i costi come sono? «Dipende se si prende materiale nuovo o di occasione. Un parapendio nuovo varia fra i 3’000 e i 6’000 franchi. D’occasione invece anche per 1’000 franchi o meno. Ci vogliono poi il casco, più che altro per le fasi di partenza e atterraggio, e la selletta. E poi c’è il corso, che è sui 2’000 franchi circa, anche se dipende dalla durata».
Il Volo Libero Ticino, il club che riunisce gli appassionati del cantone, conta circa 500 soci. Si tratta quindi di una pratica relativamente diffusa. «Il nostro è un territorio che offre paesaggi mozzafiato e luoghi interessanti per l’apprendimento, ma ha anche delle caratteristiche particolari per le quali bisogna prendere qualche precauzione in più». Ad esempio il vento da nord, che spesso soffia sul Ticino: «Ad alta quota può frequentemente dar vita a dei ‘mulinelli’ che possono rivelarsi molto pericolosi. Altrettanto da evitare è la pioggia, perché la vela si bagna e questo aumenta il rischio che si chiuda. Per questo si consiglia di uscire solo se fa bel tempo».