laR+ Luganese

Alberi e clima, Novaggio partecipa a uno studio nazionale

Allestita una piantagione sperimentale che permetterà di capire quali specie meglio si adatteranno ai cambiamenti climatici. Le aree in Svizzera sono 57

La piantagione sperimentale di Novaggio
(Sezione forestale)
31 gennaio 2022
|

Quali saranno le specie arboree che meglio si adatteranno ai cambiamenti climatici? La strada per trovare questa risposta passa anche dal Ticino, dove ci saranno 6 dei 57 siti sperimentali selezionati a livello nazionale per partecipare al progetto pilota ‘Piantagioni sperimentali di specie arboree adatte alle condizioni future’. Si tratta di un progetto condotto dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl) in collaborazione con l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), le sezioni forestali cantonali e le aziende forestali. La piantagione di Novaggio è stata la prima area cantonale a essere completata. Entro primavera 2023 saranno pronte anche quelle di Stabio, Serravalle, Losone, Ronco Sopra Ascona e Locarno. In Ticino, come in tutta la Svizzera, verranno piantate diverse specie arboree (da 4 a 18 in base alle dimensioni), che verranno monitorate per i prossimi 30-50 anni per constatarne l’adattamento in differenti condizioni climatiche. «La Confederazione, per il tramite del Wsl e dell’Ufam, ha proposto ai Cantoni di partecipare a questo importante progetto pilota per avere una ripartizioni di queste superfici a livello nazionale – spiega il capo della Sezione forestale Roland David –. Il Canton Ticino è al fronte su questi temi e per noi era chiaramente importante poter partecipare». Il programma rientra anche negli accordi programmatici Confederazione-Cantone. «Non è l’unica sperimentazione a cui partecipiamo – sottolinea David –. Sono studi importanti perché devono dare delle risposte per capire quali potranno essere le piante che in futuro meglio si adatteranno al cambiamento».

Il punto di partenza

Come viene spiegato sul sito del Wsl, già negli ultimi decenni per gli alberi che crescono in Svizzera le condizioni ambientali sono cambiate radicalmente. Alcune specie, come abete rosso e faggio, hanno iniziato a indebolirsi o addirittura a deperire, nella maggior parte dei casi a causa della siccità. Fino alla fine del XXI secolo, i cambiamenti climatici riserveranno alla Svizzera estati più siccitose e più calde di almeno 3-4 gradi. Gli addetti al governo del bosco si domandano quindi come le specie arboree riusciranno a cavarsela in futuro sotto gli effetti del riscaldamento globale. Proprio per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno iniziato ad allestire le citate piantagioni sperimentali distribuite su tutto il territorio nazionale e in diverse condizioni ambientali, con l’obiettivo di scoprire quale clima meglio conviene a ognuna delle specie arboree e in quali condizioni raggiungono i loro limiti. Si studia inoltre in che misura è possibile piantare già oggi gli alberi nei loro habitat ideali futuri, in modo che possano diffondersi autonomamente evitando costose piantagioni.

Avviata la fase realizzativa

La piantagione è iniziata nell’autunno 2020 a Bergün, nei Grigioni. Le 57 aree saranno completate entro la primavera dell’anno prossimo. Nei giorni scorsi, il dipartimento del Territorio lo ha fatto sapere tramite i suoi profili social, è stata completata l’area ‘Ur Pián Pülpit’ di Novaggio. «Siamo appena entrati nella fase realizzativa – aggiunge Roland David –. Abbiamo identificato le aree in base alle indicazioni fornite da Confederazione e Wsl e presentato delle proposte, che sono state in seguito verificate». A Novaggio la superficie è stata «preparata, disboscata e recintata, seguendo tutte le indicazioni che ci sono stati forniti dal Wsl – spiega ancora il caposezione –. Si tratta di superfici che dovranno durare 50 anni, quindi anche la recinzione deve essere di una certa solidità per evitare ogni genere di disturbo, oltre a quelli naturali, in queste aree». OIltre a tutti i dettagli tecnici, l’Ufficio federale di ricerca fornisce anche le piantine.

Il Ticino ha un doppio ruolo

Quelle messe a dimora a Novaggio sono abete bianco, acero di monte, faggio, larice, abete rosso, pino silvestre, douglasia, tiglio, cedro dell’atlante e nocciolo di Costantinopoli. All’interno del sito sperimentale è stata installata anche una centralina meteorologica, che fornirà i parametri utili allo studio. Roland David sottolinea che «con il nostro Vivaio forestale cantonale di Lattecaldo facciamo parte di quei vivai che sono stati incaricati dal Wsl di preparare e fornire le piantine. Abbiamo quindi un duplice ruolo». Dopo la messa a dimora delle piantine «inizia il periodo di gestione di queste superfici. All’inizio sarà un po’ più impegnativo perché bisogna fare in modo di togliere la concorrenza della cotica erbosa, facendo lo sfalcio per evitare di rovinare le piantine». Compito della sezione forestale sarà quindi quello di «mantenere in buono stato queste superfici che diventeranno permanenti, mentre il lavoro di monitoraggio verrà svolto dagli specialisti del Wsl». I primi risultati delle piantagioni sperimentali sono previsti tra cinque anni.