La delibera del Consiglio regionale della Lombardia è in vigore dal 15 dicembre. Un’avvocata chiede l’intervento del Tribunale amministrativo regionale
La delibera del Consiglio regionale della Lombardia, in vigore dallo scorso 15 dicembre, che per motivi di costi ha tagliato le prestazioni sanitarie che erano assicurate dal Canton Ticino ai campionesi si traduce in “una grave violazione che rischia di essere perpetrata a danno del diritto alla salute dagli abitanti di Campione d’Italia, specialmente quelli più fragili, per i quali è impensabile un’assistenza effettuata da strutture raggiungibili solo percorrendo decine di chilometri e attraversando una frontiera”.
È quanto sostiene Barbara Marchesini, avvocata residente a Campione d’Italia, che si è fatta promotrice di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, la cui sede è a Milano: “La recente delibera assunta da Regione Lombardia diretta alla cessazione di tutti i servizi assistenziali e di tutte le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie erogate in Canton Ticino a favore dei residenti a Campione d’Italia non è solo insostenibile per la comunità campionese ma illegittima ed errata”. Sostiene l’avvocato Marchesini: “La Giunta Regionale ha adottato il provvedimento in aperta violazione dei dettati normativi statali e costituzionali e dell’accordo bilaterale sottoscritto con la Confederazione elvetica, la cui redazione è stata resa necessaria dall’eccezionale peculiarità territoriale del Comune di Campione d’Italia. Peculiarità che sembra essere stata dimenticata dalla Giunta Regionale con l’emissione di tale deliberazione”. Regione Lombardia ha deciso di intervenire sulla sanità campionese dopo i debiti sono saliti a oltre 80 milioni di euro. Adottando una misura certamente non indolore.