La società replica alle accuse dei sindacati, sottolineando che con l’introduzione del salario minimo ci sarebbero volute trattative più lunghe
«Tutti i drivers sono sempre stati retribuiti da Divoora nel pieno rispetto delle norme legali in vigore». La società attiva nella consegna a domicilio di cibo punta il dito contro i sindacati Unia e Ocst, che oggi in piazza della Riforma a Lugano, assieme ad alcuni dipendenti della ditta stessa, hanno spiegato i motivi che hanno portato questi ultimi a incrociare le braccia e quali sono le loro rivendicazioni. Ebbene, Divoora – tramite un comunicato diffuso dall’avvocato della società, Rupen Nacaroglu –, presenta la propria versione dei fatti sul perché siano naufragate le trattative intavolate poco più di un mese fa.
“Mercoledì 22 dicembre Divoora ha preso atto con rammarico della decisione dei sindacati di interrompere la trattativa in corso – evidenziano –. Rammarico, perché le aperture e le disponibilità dimostrate da entrambe le parti avrebbero meritato di potere beneficiare di ancora alcune settimane di lavoro, per cercare di perfezionare punti di intesa che avrebbero potuto essere raggiunti. In altri Cantoni della Svizzera simili trattative hanno talvolta richiesto diversi mesi (fino a 6), prima di giungere a una soluzione concordata”. Per la società avrebbe prevalso l’interesse di pochi. Considerato che la società impiega circa 170 dipendenti in Svizzera, 145 dei quali drivers, “per Divoora è assai poco comprensibile come l’interesse di un piccolo numero di collaboratori (all’odierna manifestazione in piazza ne erano presenti 8 e il numero di coloro che si sono rivolti ai sindacati è tutt’ora sconosciuto) abbia potuto giustificare un irrigidimento della posizione sindacale. Soprattutto perché l’accordo su quella parte di lavoratori che hanno Divoora come unico impiego era stato raggiunto, accordo che strumentalmente non è stato menzionato dal Sindacato. Per la stragrande maggioranza dei drivers, si tratta invece per lo più di un lavoro accessorio e irregolare, svolto da studenti, da lavoratori come seconda occupazione, i quali hanno una forte necessità di flessibilità, ovvero di poter decidere quando e quanto lavorare”.
La società sottolinea infine che avrebbe voluto maggior tempo per discutere considerata l’introduzione del salario minimo. “Divoora ritiene necessario precisare che durante la trattativa ha fatto presente che il contesto normativo in essere, con l’introduzione del salario minimo e la particolarità del lavoro della consegna on-demand, richiede un tempo considerevole per valutare, con la necessaria serietà imprenditoriale, la migliore soluzione per tutti gli attori in campo.
Con queste precisazioni Divoora intende manifestare pubblicamente il proprio impegno a profondere tutti gli sforzi necessari e dovuti per tutelare la maggior parte dei propri dipendenti, che oggi viene contrapposta agli interessi di una minoranza di essi. Divoora è pertanto sempre aperta al dialogo con la parte sindacale. Divoora non è per contro
disposta a soccombere ad ultimatum che non sono d’interesse di tutti i suoi numerosi collaboratori”.