‘Non c’è stato alcun danneggiamento’: la Corte di appello assolve Curzio Bernasconi e respinge il ricorso della pubblica accusa
Non c’è stato nessun danneggiamento per la società. Ergo: non c’è reato e dunque l’imputato è stato prosciolto da ogni reato: amministrazione infedele ripetuta e in parte aggravata. Questa, in estrema sintesi, la sentenza, accompagnata dalle motivazioni scritte, appena trasmessa alle parti dalla Corte di appello e revisione penale nel processo che lo scorso 8 novembre ha visto nuovamente davanti ai giudici, Curzio Bernasconi, 69 anni, ex direttore dei bus delle Autolinee regionali luganesi (Arl). Già prosciolto in primo grado dalla Pretura penale di Bellinzona il 27 ottobre 2020, Bernasconi, difeso dall’avvocato Marco Broggini, si è visto assolvere nuovamente dalla Corte di appello, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will (giudici a latere, Rosa Item e Chiarella Rei-Ferrari).
Il caso era stato riaperto, dopo che il procuratore pubblico, Daniele Galliano, aveva interposto ricorso contro il proscioglimento deciso dalla Pretura penale (presieduta dal giudice Marco Kraushaar). Respinte, dunque, le richieste di una pena pecuniaria avanzate dal magistrato, come pure quella formulata dal rappresentante dell’accusatore privato (in rappresentanza della società), avvocato Costantino Castelli, che chiedeva pure un risarcimento per il presunto danno di 115mila franchi. I giudici della Corte di appello, come detto, non hanno ravvisato alcun danneggiamento. Bernasconi era accusato di irregolarità contabili e malversazioni per aver fatto riattare il rustico di proprietà di sua moglie a Bidogno, facendo lavorare per dieci mesi tre suoi dipendenti delle Arl, motivando questa azione di manovalanza nel compenso di vacanze e ore di straordinario. Insomma, pur immaginando insolita la richiesta, secondo i giudici di secondo grado l’azione in sé non ha prodotto danneggiamenti economici per la società. Il proscioglimento odierno, salvo improbabili colpi di scena, dovrebbe porre fine alla vicenda.