Le reazioni del sindaco di Lugano Michele Foletti, della municipale Karin Valenzano Rossi e del consigliere di Stato Norman Gobbi
Il decreto d’abbandono annunciato questa mattina dal procuratore generale in merito alla demolizione parziale dell’ex Macello «non è una sorpresa» per il sindaco di Lugano Michele Foletti. «È una decisione che conferma la versione dei fatti che il Municipio ha sempre dato – sottolinea Foletti raggiunto da ‘laRegione’ –. Sono molto tranquillo, vedremo come si esprimerà la giustizia se la procedura dovesse continuare con un ricorso». A portare alla demolizione dello stabile, così ha ricostruito l’inchiesta, è stato un errore di comunicazione. «Se c’è stato un problema di comunicazione tra le forze dell’ordine, il Municipio di Lugano non c’entra nulla – annota Foletti –. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di garantire l’incolumità delle persone e non avere feriti o conseguenze peggiori». Il sindaco si dice «sollevato per Karin Valenzano Rossi, che da questa vicenda esce bene dopo la denuncia pretestuosa che l’ha inserita d’ufficio nell’inchiesta» ma soprattutto «contento per Marco (Borradori, ndr) che ha sofferto per non essere stato creduto, essersi sentito dare del bugiardo ed essersi visto negare la presunzione d’innocenza: la decisione del pg è la prova che quello che il compianto sindaco ha detto pubblicamente e in Consiglio comunale è la versione corretta dei fatti».
Dopo avere appreso della conferma dell’abbandono da parte del Ministero pubblico la capodicastero Sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi si dice «contenta perché si è arrivati a mettere un primo punto sull’accertamento dei fatti accaduti quella notte – spiega –. È la prima volta in cui scopriamo come sono andate le cose da quando a noi era stato prospettato l’abbattimento del tetto, e forse una parete, per questioni di sicurezza, ma poi abbiamo chiaramente visto tutti come è andata a finire». Dal profilo personale, invece, Valenzano Rossi non nasconde di essere dispiaciuta per «gli attacchi politici e mediatici subiti in questi mesi. Spero che le speculazioni possano essere ridimensionate alla luce di quanto stabilito dal procuratore». La municipale è consapevole del fatto che la vicenda potrebbe non essere ancora terminata. «Quello che mi dispiace è che questi attacchi e l’esacerbare le posizioni allontanano la possibilità di trovare una soluzione per l’autogestione a Lugano che, come abbiamo sempre detto, ha una legittimità e merita una soluzione».
Il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi si dice «soddisfatto per l’esito dell’inchiesta, che conferma la proporzionalità dell’intervento della Polizia, chiamata ad agire su mandato del Municipio di Lugano a protezione degli stessi Molinari. In questo senso il comunicato del procuratore generale mi pare chiarificatore». Alla base della decisione sulla demolizione c’è, citiamo, “un’improvvisazione comunicativa di chi si trovava al fronte”. Cos’è quindi successo? «Si è trattato di un intervento operativamente molto complesso. E il procuratore generale stesso chiarisce ogni dettaglio e soprattutto chiarisce che quanto messo in atto è stato fatto per salvaguardare l’incolumità delle persone. Credo che oggi abbiamo un quadro completo».