Fabio Schnellmann e altri due amici costretti a rinunciare per il divieto in vigore di attraversare la frontiera degli Stati Uniti per viaggi turistici
“Qualcosa per ricordare Marco ce lo inventeremo”, aveva dichiarato a ‘laRegione’ lo scorso settembre Fabio Schnellmann, parlando dell’imminente viaggio per la maratona di New York, il sogno cullato dal sindaco di Lugano, Marco Borradori, per il quale si stava preparando, e che si è infranto dopo che lo scorso 11 agosto durante un allenamento alla Tenuta Bally di Vezia è stato stroncato da un arresto cardiaco. Ma nemmeno la delegazione di amici, guidata dal parlamentare, potrà partecipare alla gara popolare nella città della Grande Mela in programma domenica prossima, 7 novembre. Il motivo? Il “Travel ban”, il divieto attualmente in vigore negli Stati Uniti di attraversare la frontiera Usa per viaggi turistici legato all’emergenza sanitaria. Una misura che, salvo poche eccezioni (ad esempio la Croazia) lascia a casa migliaia di appassionati, fra questi numerosi ticinesi che ambiscono da lungo tempo a correre sulle strade della mitica manifestazione popolare, trasmessa dalle tv di tutto il mondo. E, beffa, il divieto decadrà a partire dall’8 novembre, proprio l’indomani dell’appuntamento di grande richiamo, al quale di fatto potranno prendere parte praticamente i soli podisti statunitensi.
«Salta la nostra maratona di NY che avremmo dedicato a Marco. Dovevamo partire domani» dice con rammarico Schnellmann. «Per quanto mi riguarda è il terzo anno consecutivo che mi vedo costretto a rinunciarvi». Ritenterete l’anno prossimo? «Non so, decideremo più in là. L’unica consolazione è che i tour operator hanno rimborsato l’intero viaggio e gli organizzatori della maratona il 50% dell’iscrizione. Sono stati estremamente onesti».