Il poliziotto, accusato di favoreggiamento e ripetuta infrazione alle norme della circolazione, è tornato in aula davanti alla Corte di appello
Proscioglimento da ogni reato – favoreggiamento e ripetuta infrazione alle norme della circolazione – e, in caso di assoluzione, indennizzo delle spese legali. Questa la richiesta dell’avvocatessa Maria Galliani per l’agente di polizia del Malcantone ovest, formulata oggi davanti ai giudici della Corte di appello e revisione penale. Il poliziotto, 40 anni, ex vicecomandante della Polizia Collina d’Oro, nel settembre 2019 era stato riconosciuto colpevole di entrambi i reati e condannato alle Assise correzionali di Lugano a una pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere di 110 franchi l’una sospesa con la condizionale per un periodo di prova di due anni e a una multa di 2mila franchi. Il procuratore pubblico, Arturo Garzoni, che non ha presenziato al dibattimento pubblico, ha trasmesso alla Corte, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will, la conferma della pena pronunciata in prima istanza.
La prima Corte – presidente il giudice Mauro Ermani – aveva biasimato l’agire del funzionario di polizia per il suo ruolo, riconoscendolo colpevole di essersi fatto un paio di selfie mentre era alla guida dell’auto di servizio. I fatti risalgono al 2017, quando l’agente lavorava per la Polizia città di Lugano. Nell’atto d’accusa anche l’episodio di una minorenne alla guida di una vettura di un altro agente di polizia, minorenne con la quale il 40enne oggi in forze alla Malcantone ovest aveva avuto una breve relazione, già interrotta al momento dei fatti, da cui il reato di favoreggiamento. L’avvocatessa Galliani ha contestato su tutta la linea l’assunto della pubblica accusa, sottolineando la mancanza dell’elemento soggettivo, e mettendo in luce come il poliziotto avesse invece, una settimana dopo i fatti e dopo averne raccolto ogni informazione, segnalato l’episodio al Corpo cittadino di polizia. La sentenza nelle prossime settimane.