L’analisi e i suggerimenti di Paolo Ruggeri per gli imprenditori ticinesi. L’esperto di management con la sua ‘Guida alla prosperità’ era ospite a Lugano.
Paolo Ruggeri, per chi conosce il mondo della formazione manageriale – ce lo presentano così prima della sua conferenza in terra ticinese, a Lugano – “è un tipo un po’ come il signor ‘Diesel’, quello che ha venduto i jeans agli americani”. Nato a Milano 54 anni fa, è stato tra i primi in Italia a credere nella formazione del personale, inteso non più come risorsa economica dell’imprenditore, ma come capitale umano da valorizzare. Partendo dal principio dell’etica intesa come insieme di principi morali inviolabili che mirano alla diffusione del benessere, nel suo ultimo libro ‘Guida alla prosperità’ indica un percorso di crescita che porta alla creazione di valore. Come? Attraverso anche un test attitudinale, da lui stesso ideato, dedicato alle piccole e medie imprese, riconosciuto e usato negli Stati Uniti, in Inghilterra, Emirati Arabi, Spagna, Russia, Bulgaria, Brasile, Australia e Svizzera.
Circa trent’anni fa Ruggeri ha fondato Osm International Group, società di consulenza manageriale che conta in Italia e nel mondo 350 addetti, una quindicina le aziende che gestisce. La sua guida arriva, non a caso, in un momento delicato per l’economia globale: un periodo in cui la pandemia ha messo in ginocchio centinaia di imprese in tutta Europa. Imprenditori che, durante i mesi di lockdown, hanno più volte chiesto aiuto ai governi e alla politica: «La prosperità di cui racconto in questo libro non è qualcosa che arricchisce qualcuno ai danni di qualcun altro – ha spiegato Ruggeri – è qualcosa di umano, etico e perfettamente replicabile. E io lo so, perché è la prosperità che mi permette di vivere una vita felice. Una vita che ognuno merita di vivere». Un nuovo guru? Lui promette: «Un libro il mio che cambierà il vostro futuro. E se non accadrà sono pronto a restituirvi il costo moltiplicato per dieci!».
Del resto a leggere la sua biografia è difficile non crederci. A 26 anni è a Londra a una convention, in tasca ha 300 dollari: «Era tutto il mio capitale, non avevo finito le scuole superiori, rientravo dagli Stati Uniti dove ero stato a lavorare come immigrato mezzo illegale e avevo tante lacune. Nel 1993 non sapevo neppure cosa fosse l’acqua minerale... Eppure, 28 anni dopo, ho accumulato una straordinaria fortuna. Cosa è successo nel mentre?». Possiamo dire, dopo averlo ascoltato, che il vento, ma non solo, gli ha soffiato a favore.
Paolo Ruggeri
«Ho grande ammirazione e rispetto per la Confederazione, perché ho sempre visto nella Svizzera tanti bei valori – ha parlato alla platea di imprenditori rossocrociati –, valori forti che contribuiscono a creare ricchezza. Ma vedo che a volte la Svizzera soffre incapace di non proteggere abbastanza alcune sue caratteristiche e facendosele sfuggire di mano. È come in una zona di comfort che fatica ad abbandonare... Eppure andrebbe fatto perché non ci si accorge, in questo piccolo grande Paese, che ai lati si è oggetto di attacchi e pressioni, motivo per cui bisognerebbe reinventarsi o almeno migliorare od ottenere maggiore prosperità, che non è mai una condizione stabile ma di crescita, dove le cose si sviluppano incarnando le migliori prospettive. Potremmo parlare della ricerca di quel vento che spira a favore, dove gli elementi sono propizi». E Ruggeri indica una traccia da seguire verso una prosperità che non è solo una condizione economica: «È anche costruire una infrastruttura umana all’interno delle nostre imprese basata su dei valori. Perché se ho in mente solo il denaro si ferma tutto. In Svizzera parte del problema sta proprio qui, e allora diventa difficile il passaggio generazionale, il formare delle persone, ci si ritrova da soli come imprenditori a lottare contro una burocrazia che a sua volta ha perso principi non riuscendo più essa stessa a creare prosperità. Si vive come su un iceberg che piano piano si sta sciogliendo...».
Per risolvere questa impasse è necessaria un‘autoanalisi: «Gli eventi sono propizi oggi? Se la mia risposta è negativa allora non ho costruito che una ’prigione’ e devo modificare la situazione per rendermi libero. E cosa voglio costruire – è un’ulteriore domanda posta da Ruggeri –? Parte del successo economico di una persona viene dall’intuizione, da qualcosa che ci colpisce! Quando studiamo le persone di grande successo, troviamo infatti che la loro carriera è influenzata in modo importante da quattro-cinque intuizioni che hanno nel corso della loro vita. Esse fanno un’enorme differenza e determinano in positivo una carriera». Un aspetto prezioso per Ruggeri è anche ’il dare’: «È necessario dimenticarsi per un attimo dei propri bisogni e pensare ai bisogni della comunità, come aiutare un paziente che non può pagare le cure, un imprenditore in difficoltà (e qui cita il suo progetto, ideato nel 2018, ‘Imprenditore non sei solo’ che offre gratuitamente assistenza a 360°, ndr). Grande è infatti il problema dei suicidi imprenditoriali, un’epidemia in Italia! Magari meno in Svizzera dove il problema maggiore è quello del burnout che, ad ogni modo, ha derivazioni simili».
Come le stagioni, quattro, così anche i passaggi per ottenere prosperità: a cominciare dal ‘risveglio’, innescato magari da un nuovo incontro, da una nuova idea. Da qui si fa marketing, si cercano clienti e l’impresa inizia a generare un giro d’affari tanto che è necessario installare un sistema che gli permetta di avere un avanzo di cassa. «Ma ciò non accade tanto qui in Svizzera... spesso si sente dire fra gli imprenditori “gli utili li farò quando raggiungerò un obiettivo” – è la riflessione di Ruggeri –. No! Non ammalatevi della malattia degli italiani, ovvero la necessità di fatturare di più per fare più utili. Certo tutto aiuta, ma se non si fanno utili con il poco non li si farà con il tanto. Per questo è necessario predisporre un sistema che generi un avanzo economico così da investirlo non solo in azienda ma in generale. E poi le stagioni ricominciano... Non solo miglioro come azienda o come risultato economico ma miglioro come lavoratore e persona». Oggi, peraltro, con la pandemia è sempre più importante conoscere bene i gusti e le necessità dei clienti: «Il coronavirus ha mutato le necessità, dobbiamo allora imparare a sondare e a costruire le offerte giuste. Io ho imparato che se vendi un prodotto o un servizio fai un profitto, se vendi un sogno fai una fortuna! Le persone sono infatti disposte a pagare per i sogni. Vendi un prodotto, un servizio e non un sogno? Vedrai il tuo margine ridursi».
E in tutto questo entrano in gioco le risorse umane «che sono oggi assieme ai chip una delle risorse più difficili da trovare. La situazione che si vive in Svizzera da qualche tempo ormai, sta diventando endemica anche un po‘ in tutta Europa – ha evidenziato una delle crisi in corso Ruggeri –. Le aziende hanno difficoltà a trovare e attirare persone, a sceglierle e saperle motivare per restare, per lavorare. Pensate che io in una sera, per un collaboratore, ho perso 10 milioni e questo perché non ho creduto nella sensazione del ‘gut feeling’, nella cosiddetta sensazione di pancia, nell’istinto. Invece dobbiamo sempre crederci e anzi valorizzarlo non solo in negativo, come per esempio riconoscere talenti, dipendenti capaci, coloro che sentono e pensano che l’azienda è come fosse loro!». Dietro al successo di ogni persona o alla creazione di valore c’è dunque per Ruggeri «una decisione coraggiosa che si deve giocoforza sempre e comunque prendere. Solo in questo modo si avvia un circolo positivo. Se invece rimaniamo nella ’comfort zone’ consumiamo il valore del passato. Serve avere mete, progetti. La Svizzera del futuro non la costruirà il governo». Ruggeri fa poi un passo indietro, lungo due millenni, ai tempi dei romani: «Avevano capito che ogni 80 anni il mondo cambiava, che c’era una grande trasformazione. In effetti la storia ci insegna che ogni quattro generazioni ce n’è una che ’stravolge tutto’: la prima costruisce, la seconda espande, la terza fa crescere le cose e la quarta cambia tutto. L’ultimo cambiamento è avvenuto negli anni 40-45 con la Seconda guerra mondiale. Nei prossimi dieci anni, dunque, cambierà moltissimo del nostro mondo e la nostra generazione sarà quella che ne soffrirà maggiormente in quanto fortemente investita nel presente modello. Quando arriverà ‘il nuovo’ si troverà perciò impreparata. Quale quindi le mete? È necessario investire anche nelle nuove tecnologie, costruire le aziende del domani! La nostra generazione deve prepararsi anche per quello che ci sarà dopo».
Come? «Facendosi circondare da persone che ti danno energia, che stimi – è l‘invito di Ruggeri –. Una grande idea con la persona sbagliata non si realizzerà mai, serve invece una persona che ti accende. E con la giusta scelta delle persone dobbiamo mostrare sempre entusiasmo e una mentalità innovativa, reinventando dove necessario il modello di business. In Svizzera siete forti nel ’misurare’, perché non è possibile ottenere qualcosa che non si misura! Vuoi fare utile? Non puoi pensare di fare i conti ogni sei mesi! Così se io guadagno bene sono contento se guadagnano anche gli altri. Così se non affronto le manchevolezze aziendali se anche aumento il fatturato prima o poi torno in perdita. E non dimentichiamo di sceglie i dipendenti che potrebbero fare la differenza, l’incentivazione economica dei collaboratori, la prospettiva di poter diventare soci. Perché quando genero entrate passive sono libero. Ho smesso di lavorare? No, ma lavoro ancora perché mi piace. Ho imparato una cosa: se tu dai, l’universo ti restituisce dieci volte. La ricchezza dipende infatti dai valori e dall’essere noi stessi. Certo poi aiuta il controllo finanziario, il marketing, la gestione delle persone. Ma la storia di Paolo Ruggeri è una storia impossibile. Come fa uno che non ha studiato a guadagnare così tanti soldi? Perché si fa muovere dai valori. E allora, imprenditore, ti devi migliorare come persona, perché come essere umano hai sempre il potere di ricominciare la tua vita, solo allora l’universo ti agevolerà. Questa Confederazione è la vostra, dovete impegnarvi e unirvi in progetti importanti per creare ’il cambiamento’, questo è il grande benessere che dovete proteggere».