Tre di loro erano ancora minorenni e secondo le autorità hanno partecipato alle risse e lanciato oggetti contro gli agenti di polizia
Due 19enni svizzeri residenti nel Luganese e nel Bellinzonese, un 19enne cittadino turco residente nel Locarnese, e tre 18enni (uno svizzero, un iracheno e un portoghese, tutti minorenni al momento dei disordini) rispettivamente residenti nel Luganese e nel Locarnese. Sono i giovani protagonisti dei disordini avvenuti tra il 20 e il 21 marzo di quest'anno durante un assembramento a Lugano, più precisamente alla Foce del Cassarate. Il Ministero pubblico, la Magistratura dei minorenni e la Polizia cantonale comunicano che li hanno identificati, fermati e interrogati. Nei loro confronti, le autorità giudiziarie prospettano, a vario titolo, i reati di aggressione, sommossa, vie di fatto, danneggiamento, violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, impedimento di atti delle autorità, infrazione alla Legge federale sulle armi, contravvenzione Legge federale sugli stupefacenti, contravvenzione all'Ordinanza sui provvedimenti per combattere il coronavirus (Covid-19).
Come si ricorderà, nel corso di uno degli alterchi sviluppatisi a margine del raduno, un giovane era rimasto ferito rendendo necessario l'intervento del 144. Dato il contesto particolare, i soccorritori avevano chiesto il supporto della Polizia per garantire la sicurezza. Numerose persone avevano quindi iniziato a prendere di mira gli agenti con il lancio di oggetti. La successiva e articolata attività investigativa coordinata e messa in atto nel frattempo dalla Polizia cantonale ha permesso ora (grazie anche all'analisi dei filmati e delle immagini di quanto accaduto) di ricostruire quanto capitato quella notte alla Foce. Nell'ambito delle contestuali perquisizioni, al domicilio di tre dei fermati sono anche stati trovati un tirapugni, due machete e uno spray al pepe. L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis e dalla Magistratura dei minorenni. Quanto capitato aveva fatto parecchio discutere suscitando reazioni da parte di alcuni politici, fra le quali quella del sindaco di Lugano, il commento di un esperto di politiche giovanili e la testimonianza di due ragazzi presenti quella sera.