Il decesso del sindaco rappresenta l'ennesimo terremoto per il movimento che negli ultimi anni ha perso diversi esponenti di spicco.
È davvero un brutto colpo per la Lega dei Ticinesi la morte del sindaco di Lugano Marco Borradori, dopo l’arresto cardiaco di martedì a Vezia durante il suo allenamento per prepararsi a correre alla maratona di New York e il progressivo aggravarsi delle sue condizioni. Una tegola per il movimento di via Monte Boglia, perché Borradori era un personaggio politico che aveva dimostrato equilibrio, era amato e apprezzato dalla popolazione e sapeva sempre scegliere le parole giuste per ogni occasione, favorevole o spiacevole. Lo attestano le innumerevoli testimonianze di affetto e di sostegno giunte in redazione e apparse sui social provenienti da ogni parte del Ticino prima e dopo il suo decesso. Un profilo, il suo, che ricalca quello che lui stesso tracciò nel maggio 2017, quando parlò su queste colonne della persona ideale che avrebbe dovuto assumere il coordinamento della Lega: “Sui 40 anni e dunque con ancora molta energia da spendere. Un leghista convinto, ovviamente, che ha familiarità con la vita istituzionale, ma anche capace di dialogare con l’anima, chiamiamola così, più ‘barricadiera’. Qualità ideali che, a parte l’età, si attagliano piuttosto alla sua di figura, versatile, intelligente e dotato di una capacità dialettica al di sopra della media, in particolare quando è stato chiamato a più riprese a domare gli incendi capitati all’interno e all’esterno della Lega.
La giornata nera di Lugano e di tutto il cantone rappresenta anche l’ennesima scossa che subisce il movimento negli ultimi otto anni. Il primo terremoto cominciò il 7 marzo del 2013 con il decesso del fondatore della Lega Giuliano Bignasca che, per una beffa del destino, restò in lista e venne eletto nel Municipio il 14 aprile, proprio quando Borradori spodestò dalla poltrona di sindaco Giorgio Giudici e la Lega conquistò la storica maggioranza nell’esecutivo. Quell’anno fu nefasto: anche Michele Barra, che prese il posto di Borradori alla direzione del Dipartimento del territorio, morì di tumore in ottobre, solo qualche mese dopo l’entrata in carica in Consiglio di Stato. La Lega, che già era rimasta orfana di uno dei fondatori, con la scomparsa di Flavio Maspoli nel giugno 2007, in seguito pianse la dipartita del cofondatore Mauro Malandra il 30 agosto del 2016. L’addio a Silvano Bergonzoli, altro esponente di spicco, ex deputato e municipale a Locarno, è invece più recente: risale al gennaio di due anni fa. A fine marzo dello scorso anno si spense anche Attilio Bignasca, fratello di Giuliano, rieletto nel 2019 in Gran Consiglio, imprenditore e titolare della A+G Bignasca e leghista della prima ora. Ora, all’orizzonte si stagliano periodi di inevitabili rinnovi per il movimento che in trent’anni ha mutato gli equilibri politici del Cantone.