Il sindaco è al reparto cure intensive del Cardiocentro. È in vita grazie all'assistenza meccanica. Si stava allenando per la maratona di New York
Poco prima delle 13 di oggi, il sindaco di Lugano Marco Borradori è stato ricoverato al Cardiocentro per un arresto cardiaco durante un allenamento di jogging mentre era solo. È stato immediatamente preso a carico dal team multidisciplinare del Cardiocentro ed è stato messo rapidamente a beneficio di assistenza cardiaca meccanica. Le sue condizioni sono apparse da subito critiche e la prognosi è da considerarsi estremamente riservata.
Esprime la costernazione e lo stupore di tutto il movimento di via Monte Boglia, Lukas Bernasconi, il capogruppo della Lega dei ticinesi in Consiglio comunale a Lugano: «Speriamo che si riprenda presto, siamo tutti preoccupati e rattristati. Bene o male Borradori ha dimostrato di essere il sindaco di tutti, ma al di là della politica dispiace perché è una bella persona sempre disponibile con tutti». L'improvviso malore del sindaco di Lugano – probabilmente un infarto mentre correva – ha colpito e sorpreso tutti. Marco Borradori versa in condizioni critiche e sarebbe ricoverato in cure intensive al reparto interrato (al piano -2) del Cardiocentro di Lugano. Il sindaco sarebbe stato trovato accasciato a terra dai passanti che hanno chiamato i soccorsi. L'auspicio è che non sia trascorso troppo tempo dal momento del malore all’arrivo dei soccorsi.
Il malore che ha colpito improvvisamente il sindaco Borradori ha sorpreso e allarmato anche Fabio Schnellmann, alto funzionario della Città di Lugano e deputato Plr in Gran Consiglio, dal quale giungono poche parole tristi: «Non ho parole per esprimere ciò che sento. È come un fulmine a ciel sereno, mi dispiace un sacco. Speriamo che si riprenda presto. Si stava sicuramente allenando in vista della nostra partecipazione alla maratona di New York (annullata lo scorso anno a causa della pandemia, mentre quest'anno è prevista prossimo 7 novembre) molto probabilmente lungo la Tenuta Bally dove spesso andava a correre. Avevamo già riservato il biglietto aereo io, lui e altri due amici».