Il Municipio di Lugano prende posizione sulla mozione del 'Movimento Ticino e Lavoro' giudicando il progetto fattibile 'unicamente a livello cantonale'
Un Villaggio Alzheimer Pubblico, con annessi ristorante, bar, luoghi di attività, servizi alberghieri, parrucchiere, minimarket, ufficio postale, eccetera. Un vero e proprio 'quartiere' della Città di Lugano, sull'esempio di realtà come quella canadese e olandese. A proporlo al Municipio era stata una mozione dal Movimento Ticino e Lavoro. "Alla base dell'esperienza – scrivevano i consiglieri comunali Giovanni Albertini e Sara Beretta-Piccoli – il sostanziale cambiamento nelle modalità di cura, in quanto i pazienti non vengono più ospedalizzati, ma possono condurre una vita quanto più possibile normale, con i conseguenti effetti sulle loro capacità cognitive residue".
Le cifre, del resto, confermano come la malattia sia in costante crescita: in Ticino, infatti, negli ultimi tredici anni si sono registrate 1'800 persone affette da demenza senile. Una questione, come peraltro evocato dall'associazione Alzheimer Svizzera, di "massima urgenza". Allarme condiviso anche dall'esecutivo luganese: "La Città prima del 2020 e l'Ente autonomo successivamente, con Lugano istituti sociali – si legge nel suo preavviso sfavorevole alla mozione – ha sempre garantito e garantisce alcuni servizi in materia di declino cognitivo. Ne sono un esempio i reparti demenze senili all'interno delle due case anziani Residenza Gemmo e Casa Serena". Disponibilità di supporto che considera anche i centri diurni terapeutici e i progetti in corso di realizzazione promossi dall'Associazione Scudo di Lugano, in particolare quello definito 'Senior sitting' che mira al supporto al familiare curante. "A Lugano, peraltro, sono in corso d'opera alcuni progetti di appartamenti a misura di anziani che ben rispondono alle esigenze attuali" non manca di ricordare il Municipio.
Cosa dunque ostacola la realizzazione di un Villaggio Alzheimer? Per l'esecutivo sono soprattutto le dinamiche socio-geografiche e culturali che rendono molto difficoltosa la concretizzazione di un progetto di tale portata: "La popolazione ticinese che potrebbe essere coinvolta – viene spiegato – ha tendenzialmente uno stile di vita intimo e familiare che non si concilia con un concetto di villaggio. La nostra legislazione impone poi misure di sicurezza degli spazi (edifici, giardini, ecc.) particolarmente rigidi e non compatibili con un concetto di villaggio di questo genere". Il Municipio non manca di ricordare come, oltre agli importanti costi per la sua realizzazione, il villaggio "risulterebbe sproporzionato e non del tutto efficiente, rischiando di non portare benefici e risultati attesi e auspicati dai bisogni degli utenti e dai familiari", tanto da guardare, dati i numeri, a un progetto unicamente a livello cantonale.