Luganese

Famiglia minacciata con bastoni da hockey: aperta inchiesta

I due giovani genitori con i loro figlioletti stavano rientrando a casa sabato sera quando sono stati fermati da una quindicina di persone incappucciate

Bastoni alla mano (Ti-Press)
7 giugno 2021
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Una giornata fuoriporta, giusto per stare alla larga da una Lugano blindata a causa della manifestazione per il Molino. Un sabato che la famigliola luganese cercava dunque tranquillo e che invece ha avuto un epilogo, fra le 19.30 e le 20, tanto inaspettato quanto preoccupante. Nel ritorno verso casa, infatti, sulla strada in uscita dalla galleria Vedeggio-Cassarate, verso Davesco-Soragno, l'auto sulla quale stavano viaggiando si è improvvisamente trovata di fronte un muro di persone. Una quindicina di persone incappucciate o vestite di nero brandivano bastoni da hockey, bloccando la strada al passaggio dei veicoli. «Abbiamo avuto seriamente paura – racconta a 'laRegione' quei concitati momenti la mamma –, anche perché con me e mio marito c'erano i nostri bambini ancora molto piccoli. Non ci siamo resi conto subito della situazione, anche perché davanti a noi c'era un pulmino. In un primo momento credevo fosse guidato da una persona ubriaca, tanto le sue manovre si mostravano strane, poi una volta spostatosi li abbiamo visti e allora abbiamo capito che chi ci precedeva stava cercando di fare retromarcia spostandosi sul marciapiede».

Un elemento che ha particolarmente spaventato la donna era il colore dei bastoni: «Nere, come in quei film violenti... Solo quando ho alzato le mani, come in segno di resa, e dopo aver indicato loro i miei figli sui sedili posteriori, hanno aperto un varco e ci hanno lasciati passare. Temevo ci infrangessero i vetri, mettessero in atto qualche forma di violenza, non è stata una goliardata, seppur antipatica, le loro facce erano tese e poco tranquille, il loro fare minaccioso, quasi stessero cercando qualcuno. Ci siamo sentiti come braccati non potendo fare inversione di marcia, imboccare un'altra strada o allontanarci velocemente da quel luogo... Una volta arrivati a casa abbiamo allertato il 117 che ci ha confermato come avessero avuto poco prima altre segnalazioni al riguardo». Un grande spavento dunque, che non ha avuto esiti ben peggiori. Difficile collegare quegli individui a una frangia della manifestazione del pomeriggio a favore dell'autogestione o a un gruppo rivale. Per ora da noi interpellato il Servizio stampa della Polizia cantonale si limita a riferire che «in generale sono giunte alcune segnalazioni che sono parte di un'inchiesta e su cui, dal momento che gli accertamenti sono in corso, non ci è possibile fornire ulteriori informazioni».