Luganese

'Al Governo non risultava una previsione di sgombero'

Il presidente Manuele Bertoli sulla demolizione dell'ex Macello: 'Sono rimasto sorpreso da quanto successo'

Ti-press
30 maggio 2021
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Mentre in viale Cassarate prosegue il viavai di cittadini increduli davanti alle 'macerie fumanti' dell'ex centro sociale, demolito insieme a una parte dell'ex Macello di Lugano, ci si interroga su quanto l'azione di stanotte fosse pianificata e a che livello. Il presidente del Governo ticinese, Manuele Bertoli, da noi interpellato si dice sorpreso dell'accaduto. "Da quanto risultava al Governo non c'era una previsione di sgombero del Molino, tantomeno una previsione di parziale demolizione;; era prevista una manifestazione, che andava seguita bene perché difficile da gestire qualora fosse girata male, nel centro di Lugano, coi turisti, i passanti, i tavolini e il rischio di scontri" ci risponde il consigliere di Stato. "Sono rimasto sorpreso da quanto successo: non tanto dall'intervento allo stabile Vanoni, ma da quello all'ex Macello che non sembrava nell'ordine delle cose".

Nello stesso tempo, Manuele Bertoli richiama alle sue responsabilità le autorità cittadine: "È il Municipio di Lugano che ha ordinato lo sgombero, dopo lo sfratto intimato secondo le procedure scelte. Noi lo avevamo reso attento della possibilità di creare una situazione nella quale per mesi o anni si potrebbe giocare al gatto e al topo, tra occupazioni e sgomberi. Vedremo come andranno le cose da qui in avanti, la storia ci dirà".

Nemmeno il Cantone può però dirsi del tutto estraneo, visto che ci si aspettava una sua mediazione, almeno per la ricerca di una sede alternativa all'ex Macello, dove col nuovo 'campus Matrix' non ci sarebbe più stato posto per il Centro sociale. "Fino adesso la discussione su una sede alternativa per il centro sociale si è rivelata purtroppo impossibile, perché per discuterne bisogna avere tutte le parti al tavolo" ci risponde Bertoli.