In Cioccaro più spazio agli esercenti e un appello alla civiltà. E per il luogo principale si pensa a una soluzione simile a quella di Sechseläuten
La Città tende la mano agli esercizi pubblici e, per la piazza della Riforma, pensa a un arredo urbano simile a quello presente a Sechseläuten a Zurigo. Non solo. Proprio oggi in piazza Cioccaro sono in corso i lavori per la posa di pedane per altri tavolini all'aperto. «L'idea è di concedere un utilizzo più esteso del suolo pubblico a tutti gli esercizi pubblici della piazza in un'equa ripartizione dello spazio in modo che tutti ne possano beneficiare in maniera proporzionata – spiega Karin Valenzano Rossi, la titolare del Dicastero sicurezza di Lugano –. Un'idea che siamo riusciti a coordinare e che ha trovato il consenso necessario. Ci è parsa buona soluzione che prende il posto della gabbia posata in piazza Cioccaro quale misura d'urgenza per evitare gli assembramenti», con le relative derive capitate nel fine settimana del 23 e 24 aprile.
L'iniziativa è partita dal Gabbani, i cui proprietari avevano chiesto al Municipio la possibilità di posare una struttura per poter ospitare più clienti e l'esecutivo ha pensato (bene) di concederlo a tutti gli esercenti della piazza. Dopo la chiusura parziale e la maggiore presenza di polizia in piazza Cioccaro, nei fine settimana le persone si erano spostate in piazza della Riforma. Avete pensato qualcosa anche per il luogo principale di Lugano? «Stiamo pensando a qualcosa di simile per trovare un'occupazione più ordinata per la piazza della Riforma – risponde Valenzano Rossi –. Non potremo tuttavia concedere l'uso di più suolo pubblico agli esercenti, perché dispongono già della capienza massima e il Cantone non lo consentirebbe. Perciò, stiamo immaginando di sostituire i grossi cestini, con un arredo urbano sulla falsariga di quello che c'è nella piazza di Zurigo davanti al teatro. L'auspicio è che le persone siano maggiormente educate: abbiamo notato situazioni degradanti in via Canova, però non possiamo né vogliamo blindare la città. Dopo le restrizioni più rigide dovute alla pandemia, vogliamo andare incontro alla crescente necessità di aggregazione nel rispetto dell'esigenza di distanziamento». È una sorta di «appello alla civiltà per far rivivere la città» quello che lancia la titolare del Dicastero sicurezza di Lugano.
Non c'è stata alcuna richiesta di autorizzazione per il corteo del centro sociale annunciato dagli autonomi sabato 29 maggio alle 15 in piazza della Riforma a Lugano. Il Municipio ne ha discusso nella seduta odierna. Valenzano Rossi, titolare del Dicastero polizia si limita a dire che «non verranno tollerati disordini». In altre parole, lo svolgimento della manifestazione, che evidentemente sarà sorvegliata da un dispositivo di polizia, dipenderà dal comportamento dei partecipanti. Ancora la capodicastero: «Avevo lanciato un appello al dialogo, se la risposta saranno gli eccessi, capirò che la richiesta è stata rifiutata». Se i manifestanti dovessero invece porre delle condizioni per l'avvio di una trattativa, voi come reagirete? «Ribadisco che si parte comunque da due punti fissi: la decisione del Consiglio comunale di Lugano di destinare il sedime al Campus Matrix e la decisione del Municipio d'intimare agli occupanti di lasciare gli spazi dell'ex Macello – risponde la municipale –. Due punti che non si rimettono in discussione. Il dialogo è sempre benvenuto su modalità, tempi e l'eventualità di trovare sedi alternative, sulle quali c'è la disponibilità dell'esecutivo ma bisogna parlarsi per poterle valutare. Se non ci si parla, il Municipio non lavora su scenari senza gli interlocutori. Finora, non sono giunti segnali di apertura».