La nuova capodicastero Valenzano Rossi si appella al dialogo, mentre il Molino invia uno scritto dove non chiude la porta, ma partendo dalla piazza
Un corteo annunciato ma senza autorizzazione e due appelli al dialogo che partono da poli opposti. Questi gli ingredienti del thriller in salsa luganese che si sta consumando in questi giorni relativamente all'ex Macello di Lugano. I ruoli sono noti ai più: da un lato il Centro sociale autogestito (Csoa) Il Molino e dall'altro la Città. Da mesi, in piena campagna elettorale e poi ancora con l'inizio della nuova legislatura, va avanti la tensione che dovrebbe – a rigor di logica, ma non necessariamente – sfociare nello sgombero della struttura che nell'arco di alcuni anni dovrebbe diventare il Campus Matrix: un centro con contenuti culturali e di intrattenimento ma che non prevede il coinvolgimento di chi occupa quello spazio da vent'anni.
E proprio per difendere quel luogo e l'ormai relativamente lunga tradizione che vi si è instaurata, il Csoa ha annunciato una manifestazione sabato 29 maggio in piazza della Riforma. “Facciamo appello a tutti i collettivi e a tutte le individualità che condividono e si riconoscono nella pratica dell’autogestione – si legge sul loro sito –, che hanno a cuore il Csoa Il Molino, che intendono sostenerne le lotte e che sono stufi delle menzogne e dei giochi della politica e del potere”. Un corteo ”partecipato, comunicativo, condiviso”, ma non autorizzato almeno per ora. «Sì, abbiamo visto che è stato annunciato, ma al momento non ci è ancora pervenuta alcuna richiesta di autorizzazione – conferma la nuova capodicastero Sicurezza Karin Valenzano Rossi –, ne discuteremo giovedì in seduta».
Autorizzazione o no, di positivo c'è che la lunga lettera del Molino termina in modo apparentemente conciliatorio. ”Un corteo che a piazza Riforma intenda ribadire le necessità dell’autogestione e portare direttamente in piazza le nostre precise richieste per un’eventuale apertura di dialogo sul futuro dell’area dell’ex Macello e dell’autogestione in città…”. Un invito al dialogo pronunciato dalla municipale più volte da quando è entrata in carica e ribadito anche oggi: «Sappiamo che ci sono dei punti fermi (si riferisce al Campus Matrix votato dal Consiglio comunale e alla scissione della convenzione che regolava la permanenza dell'autogestione all'ex Macello da parte del Municipio e la relativa decisione di sgombero, ndr), decisioni dalle quali bisogna partire. Ma per poter definire qualcosa, qualsiasi cosa, di concreto, bisogna parlarsi. Faccio quindi di nuovo un appello al dialogo».