Sarebbe stato l'ideatore dell'incendio intenzionale al negozio e avrebbe agito per tentare di riscattare un'assicurazione di oltre un milione
Alla fine avrebbe confessato. Secondo la Rsi, il noto commerciante luganese e amministratore unico della società a cui faceva capo il negozio di abbigliamento White di Piazzetta San Carlo-Via Nassa distrutto da un incendio lo scorso 12 febbraio, ha vuotato il sacco. Indagato a piede libero, ha ammesso di essere stato l'ideatore della tentata truffa all'assicurazione. Insomma, l'incendio è stato compiuto intenzionalmente con l'intento di riscattare i soldi della polizza, dalla copertura ingente: oltre 1 milione di franchi. Non solo. Sempre secondo la Rsi, è stato il commerciante a contattare il cittadino campano (tuttora in carcere, come ha riferito ieri laRegione) poi arrestato assieme a un 34enne e a una 47enne, nel frattempo scarcerati dopo aver fornito le loro versioni agli inquirenti.
"Il commerciante gli chiese di disfarsi dei vestiti che si trovavano al “White”, lasciandogli decidere come. Il 43enne gli ventilò così, tra le altre, la possibilità di incendiare la merce. Cosa che fece ingaggiando a sua volta un connazionale: l’esecutore materiale, tuttora latitante" - ha ricostruito l'emittente televisiva. L'esecutore materiale avrebbe agito nei più classici dei modi: benzina cosparsa sui vestiti, accendino e dunque le fiamme. Ad aggravare le responsabilità dell'ideatore del rogo intenzionale, il fatto che il negozio era in perfetta salute e che dunque - ma saranno gli inquirenti a stabilirlo e in ultima analisi i giudici - lo scopo era unicamente quello di arricchirsi indebitamente. L’inchiesta è coordinata dalla procuratrice pubblica, Margherita Lanzillo.