Con 464 favorevoli al progetto e 272 no dalle urne è emersa luce verde all'investimento di 6,9 milioni. Sindaco raggiante. Partecipazione storica: 74%
La riqualifica del nucleo storico di Melide, per un investimento di 6,9 milioni di franchi, potrà avere luogo. La maggioranza della popolazione, chiamata oggi ad esprimersi sul tema, ha infatti bocciato il Referendum contro l'approvazione del credito decisa dal Consiglio comunale lo scorso 14 settembre, promosso da Abbondio Adobati e dall'ex sindaco, Aldo Albisetti che avevano raccolto 256 firme.
Luce verde, dunque, al progetto che nel Comune lacuale tiene banco da una ventina d'anni e nelle ultime settimane è stato al centro dell'attenzione della popolazione. Ma ecco i risultati usciti dalle urne: i voti favorevoli alla riqualifica della piazza sono stati 464 contro (pari al 63%) mentre 272 i contrari, ossia poche manciate di schede in più di quanti avevano firmato il Referendum. Altissima, anzi storica, perché mai raggiunta prima, la partecipazione al voto, che ha toccato quota 74%, vale a dire quasi tre aventi diritto di voto su quattro.
Raggiante il sindaco, Angelo Geninazzi: «Siamo soddisfatti di questo ampio sostegno della popolazione al Municipio e soprattutto dell'ampia partecipazione - mai a Melide era stata registrata una quota così alta - dunque l'esercizio democratico è riuscito appieno. Siamo inoltre soddisfatti per aver lavorato tanto e approfondito molti aspetti del progetto. Un'attenzione va rivolta anche a coloro che nutrono dei dubbi nei confronti di questa riqualifica del nucleo, con i quali va ripreso un dialogo affinché si possa tranquillizzarli su diversi aspetti che non devono preoccupare oltre misura. Un dialogo per altro mai mancato».
La votazione sulla riqualifica del nucleo a Melide è stata molto avvertita. Nelle ultime settimane ha tenuto letteralmente banco. Vari gli striscioni spuntati in Comune. Come noto, sul tema si era creato un fronte del no al progetto, sfociato nel lancio del Referendum, e un fronte invece favorevole, con il comitato 'Sì al nucleo', capeggiato, fra gli altri, dal sindaco Angelo Geninazzi e dall' architetto progettista, Jean-Pierre Antorini, che hanno sostenuto sin dall'inizio come la riqualifica del nucleo storico di Melide sia in linea con le possibilità finanziarie comunali, Comune che ha appena potuto permettersi di ridurre il moltiplicatore d'imposta per il 2021 al 70%. Non solo. L'investimento elevato - ed è questa la maggiore ragione contestata dai referendisti - è stata meglio contestualizzata nel corso dell'ampio dibattito. Il Comitato 'Sì al nucleo' in una conferenza stampa svoltasi a gennaio aveva fra l'altro evidenziato, come dei 6,9 milioni di franchi previsti per la riqualifica del nucleo, due terzi (4,5 milioni) sono dedicati alla sistemazione, ritenuta ormai urgente, delle sottostrutture - acqua potabile, acqua piovana e acque luride per un'ottantina di edifici su un'area di 3 mila metri quadrati - mentre gli altri 2,4 milioni di franchi sono destinati alla riqualifica architettonica delle contrade e di due piazze: Piazza Domenico Fontana e Piazza monsignor Vitalini.
Abbondio Adobati esprime la sua delusione per l'esito uscito dalle urne. «È stata una mazzata» - ammette, dicendosi tuttavia convinto della bontà delle ragioni che hanno motivato il Referendum. Abbondio Adobati e Aldo Albisetti affidano a un comunicato stampa il loro commento, evidenziando: "Il comitato rimane convinto della bontà dei postulati che motivavano il Referendum, ovvero la riduzione di una spesa ritenuta eccessiva, la rinuncia al gas metano quale vettore di riscaldamento per le case del nucleo, l’attivazione immediata della rete a scopo termico con acqua industriale, la preservazione del nucleo da interventi estranei al carattere storico culturale del luogo, la ridefinizione dei contributi di miglioria". Osservano ancora i contrari al progetto di riqualifica: "In democrazia è la maggioranza che decide cosa fare anche se non sempre le decisioni della maggioranza portano alle soluzioni migliori. Avendo presente come sono stati riqualificati i nuclei di villaggi vicini (Carona, Morcote, Vico Morcote, Melano), quello di Melide non pare destinato agli alti indici di gradimento. Il nucleo di Melide avrebbe potuto diventare modello ecologico di riscaldamento delle case. Così non è stato, peccato! La riuscita alla grande del progetto municipale è accompagnata da molti interrogativi. Parecchi proprietari di stabili del nucleo, oltre a ritrovarsi fuori dall’uscio e sotto la finestra, una riqualifica non condivisa, si vedranno costretti a versare contributi di miglioria irragionevoli".