Figura simbolo nella patologia forense ticinese e italiana, aveva 53 anni. Il ricordo dell'ex procuratore pubblico Antonio Perugini
Una morte improvvisa a 53 anni. Quella 'triste mietitrice' che in tutta la sua breve ma intensa carriera di medico legale aveva centinaia di volte analizzato, indagato, scandagliato. Il professor Antonio Oscurati era quello che in gergo è definito un 'grosso calibro'. Personalità nota e riconosciuta non solo al Ministero pubblico ticinese, ma anche nel resto della Svizzera e nel Nord Italia, dove era stato professore associato all'Università di Pavia, direttore della Rivista di medicina legale e importante membro, nonché vicepresidente, del Gruppo italiano patologi forensi, nonché direttore dell'Istituto di medicina legale di Varese.
I suoi colleghi lo ricordano come un professionista estremamente preparato, equilibrato nei giudizi. «La sua morte mi ha particolarmente colpito – è la testimonianza che abbiamo raccolto dal già procuratore pubblico Antonio Perugini –, con lui abbiamo sempre avuto un'eccellente collaborazione, io in particolare per almeno una decina di anni. Dalla sua cattedra di Pavia ha peraltro formato diverse generazioni di medici legali con cui il nostro Ministero pubblico collabora tuttora, fra cui l'attuale medico legale, la dottoressa Luisa Andreello. Ne sono stato particolarmente colpito perché non avevo mai avuto notizie di suoi problemi di salute, se non negli ultimi tempi... Una persona squisita, di una disponibilità encomiabile, perché a qualsiasi orario, per qualsiasi necessità o evenienza è sempre stato con noi a disposizione piena e totale così anche per la sua operatività nel centro che dirigeva in Italia. Non ricordo un caso in cui lui abbia steso il suo referto medico-legale e che non sia stato poi assunto o sposato anche a livello di processo».
Molti i casi su cui Perugini si è chinato con il sostegno di Osculati: «Diversi omicidi. Lui ha sempre funto da autorevole punto di riferimento per molte inchieste. Nei casi più difficili e complessi, la sua consulenza è avvenuta con regolarità. Osculati era tanto umile quanto professionalmente capace. Non era una persona che ostentava la sua preparazione e le sue capacità, anzi! Aveva una vasta capacità di approfondimento di tutte le possibili ipotesi». Il medico legale, che oggi il mondo giudiziario ricorda, non era quello che si dice un carattere freddo: «Assolutamente no – afferma perentorio Perugini –, era diversamente di un'empatia e di un'umanità difficili da trovare. Era simpaticissimo e con lui si facevano anche battute, soprattutto per stemperare momenti particolarmente drammatici. Ci davamo peraltro del tu e la stima era reciproca. Un uomo di grande esperienza. Ricordo come fosse ricco di molti aneddoti che lo portavano spesso a sdrammatizzare. Una persona solare, con il sorriso quasi sempre sulle labbra». Ai familiari le condoglianze de 'laRegione'.