Il presidente del Consiglio di Stato guarda con dolore allo storico mulino devastato dalle fiamme. Il proprietario Fontana: 'Siamo ancora increduli'
Norman Gobbi è giunto questa mattina sul luogo dell'incendio del Mulino di Maroggia. 'LaRegione' lo ha avvicinato per raccogliere le sue impressioni. Figlio di panettieri, il presidente del Consiglio di Stato guarda con dolore alla storica struttura devastata dalle fiamme e porge parole di conforto alla famiglia Fontana, proprietaria del mulino da cinque generazioni. Ingenti le perdite per le Ffs. La linea ferroviaria tra Capolago e Melide è tuttora interrotta.
Mentre guarda ciò che resta del suo mulino, il proprietario Luigi Fontana dà l'impressione di non avere ancora realizzato quanto successo. «Io e mio figlio siamo ancora increduli - afferma avvicinato da una cronista della 'Regione' -. Tutto si è svolto davvero in fretta. Dobbiamo però accettare questo fatto. Certo è che questo 2020 è davvero da dimenticare». Dopo 130 anni di progressi e migliorie al fine di mantenere florida l'attività dell'azienda, di fronte a tanta devastazione è difficile esporsi sul futuro dell'azienda. «Ci prenderemo un po' di tempo per valutare quello che vogliamo fare», dice Fontana confermando che la parte produttiva della struttura è andata completamente distrutta, mentre gli uffici, il museo e il silo in cemento armato (a differenza di quello in legno) sono fortunatamente stati risparmiati. Salva anche una parte del deposito di farina. Il figlio Alessandro, dopo avere terminato la sua formazione nel settore dei cereali e della farina, aveva da qualche anno preso in mano l'attività, dando di fatto inizio alla quinta generazione della famiglia Fontana.
Domate le fiamme, è il rischio di crolli a preoccupare pompieri e polizia. «Ci stiamo concentrando sull'obiettivo di mettere in sicurezza le pareti sul lato della ferrovia, ciò che permetterà di rimettere in funzione la linea tra Capolago e Melide», dichiara il comandante dei pompieri di Melide Marzio Riva. Attualmente sul posto ci sono circa 20 militi di vari corpi. «Purtroppo, anche se ci mette un attimo a prendere fuoco, la farina è infiammabile», afferma Riva ricordando la velocità con cui è divampato il rogo. Riva informa infine che le operazioni (messa in sicurezza e sistemazione macerie) proseguiranno ancora per tre o quattro giorni.