Luganese

L'Fc Paradiso (Prima Lega) in quarantena: 'Il calcio va fermato'

Il presidente Antonio Caggiano riscontra carenze nell'immediatezza del 'contact tracing' ed espone le preoccupazioni di tutto un settore sportivo.

Foto d'archivio (Ti-Press)
21 ottobre 2020
|

«Siamo in quarantena da oggi». A confermare a 'laRegione' la notizia è il presidente del Football Club Paradiso, Antonio Caggiano: «Sabato abbiamo disputato la partita in casa (con il Weetswil-Bonstetten, del Canton Zurigo, ndr) e domenica sera un nostro giocatore ha iniziato ad aver alcuni sintomi, fra cui la febbre. Si è così deciso per il tampone il cui risultato è arrivato stamattina, e l'esito è positivo. Quindi ho chiamato l'hotline, come da indicazioni, che mi ha messo in contatto con il medico cantonale a cui ho spiegato la situazione, e immediatamente abbiamo messo in quarantena tutta la squadra. Lo stesso Ufficio del medico cantonale ci ha detto che avrebbero avvertito la squadra avversaria».

Una situazione delicata che ha portato la società a presentare qualche riserva sullo status operandi in questi delicati casi: «Immagino la mole di lavoro che può esserci negli uffici cantonali preposti per questa situazione, ma noi abbiamo dovuto avvisare personalmente i nostri giocatori via Whatsapp e invitarli a stare a casa, mentre il 'contact tracing' lo farà solo nei prossimi giorni. Non dico che è una lacuna del nostro Cantone, ma se non ci fossimo attivati subito saremmo arrivati in ritardo... Non riesco a capire perché non si potenzia un servizio molto utile ma ultimamente ingolfato...».

L'Fc Paradiso, che milita in Prima Lega Classic, avrebbe dovuto partire oggi per il Liechstenstein: «Dovevamo giocare stasera con il Balzers – ci fa ancora sapere il presidente –. Uno dei problemi che abbiamo dovuto affrontare è anche questo. Considerato che l'Associazione svizzera di football senza l'ufficialità del Cantone non può annullare una partita, abbiamo dovuto fare molte telefonate per avere uno scritto che attestasse il caso di positività. Stiamo vivendo tutti una situazione drammatica. Al campo cerchiamo di adottare tutte le misure necessarie, però capisce siamo una squadra di calcio dove ci sono venti giocatori in uno spogliatoio. Cosa possiamo fare? Credo che la cosa opportuna possa essere far continuare le attività essenziali, ma quelle non essenziali, fra cui ci metto anche lo sport e il calcio minore, devono essere bloccate. Dietro il calcio minore ci sono 7mila persone, se parliamo anche del contorno decine di migliaia che tutti i sabati sono sui campi da gioco. Come si fa a controllare tutto e tutti?».