Luganese

Sentenza prostitute, Gobbi: 'La Legge va bene così'

Per il direttore del Dipartimento delle istituzioni non è necessario modificare la nuova legge: 'La sentenza ha confermato l'interpretazione che abbiamo dato'

La Legge cantonale sulla prostituzione è entrata in vigore l'anno scorso (Ti-Press/Archivio)
20 ottobre 2020
|

La Legge cantonale sulla prostituzione va bene così. A dirlo è il direttore del Dipartimento delle istituzioni, da noi contattato per un commento alla sentenza pronunciata oggi dal pretore Marco Kraushaar. Una sentenza che ha prosciolto due prostitute che si sono recate a domicilio dei propri clienti: le due, difese dall'avvocato Ignazio Maria Clemente, hanno impugnato il decreto d'accusa promosso dal sostituto procuratore generale Nicola Respini che le aveva condannate a una multa di 300 franchi per esercizio illecito della prostituzione. Un'interpretazione della Legge cantonale entrata in vigore l'anno scorso che si è di fatto rivelata troppo severa e che verosimilmente farà ora giurisprudenza, in quanto fa chiarezza su un aspetto che evidentemente lasciava margine a interpretazioni.

Gobbi: 'Non si voleva legiferare in quell'ambito'

«Salutiamo positivamente la sentenza perché conferma l'opinione del Dipartimento – osserva Norman Gobbi –. La Legge per noi non è mai stata intesa in quell'ottica. L'interpretazione così restrittiva è stata fatta dal Ministero pubblico e a loro ho segnalato che la Legge non ha mai voluto legiferare in quegli ambiti proprio perché non c'è un uso accresciuto di questa prassi (ossia dell'esercizio a domicilio dei clienti o negli alberghi dove questi alloggiano, ndr). L'importante ora è evitare un abuso a seguito di questa sentenza, che potrebbe portare a riaprire determinate attività che invece soggiacciono ad autorizzazione».

Quadranti: 'Attendo comunque una risposta dal governo'

Una posizione chiara, ma chi una risposta dal Consiglio di Stato l'aspetta ancora è il granconsigliere Matteo Quadranti (Plr), che un mesetto fa ha presentato un'interrogazione sul tema, evidenziando la poca chiarezza del testo di legge. «Sono certamente soddisfatto della sentenza odierna – ci dice –. Non ero nella commissione legislativa che ha preparato la legge, ma analizzandola sono arrivato alla conclusione che perseguire le prostitute in questi casi non fosse conforme al suo intento, che mi sembrava piuttosto essere attestare la libera professione e tutelarle. Invece con questa prassi mi sembrava che si stesse andando nella direzione di obbligare queste professioniste a finire a esercitare unicamente nei locali erotici. In ogni caso aspetto ora comunque una risposta dal governo. Anche secondo me, come per Gobbi, la legge è chiara e non necessita di modifiche. Il problema è l'applicazione, tra Polizia cantonale e Ministero pubblico».

Leggi anche: