Luganese

Bironico, diatriba Rapid-Parrocchia: assemblea da rifare

Rilevati 'vizi di forma' nell'assemblea che ha concesso di restare in lite con la squadra, riguardo alla contestata disdetta dell'affitto del campo da calcio

Il quartiere di Bironico, al centro si riconosce il campo da calcio utilizzato dall'Fc Rapid (Foto: Ti-Press/Archivio)
20 ottobre 2020
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Quell’assemblea è da rifare. A un anno dal ricorso, è arrivata la decisione: la Commissione indipendente di ricorso contro le decisioni degli organi parrocchiali (Cir) ha accolto l'opposizione del presidente del Football Club Rapid Nadir Kernen, presentata contro la risoluzione dell'assemblea parrocchiale che il 20 agosto 2019 ha autorizzato la Parrocchia a restare in lite nella vertenza civile contro la squadra di calcio, ritenendola di fatto nulla a causa di “gravi vizi formali”. Un primo punto fermo in questa disputa fra Peppone e don Camillo in salsa nostrana, che da un paio d’anni ormai contrappone la Parrocchia di Bironico e il Rapid e dovuta sostanzialmente alla disdetta che i primi hanno dato ai secondi per poter costruire un ’parco sociale’.

La Parrocchia vorrebbe un 'parco sociale'

Ma facciamo un passo indietro. La contesa origina nel gennaio del 2018, quando il Consiglio parrocchiale – presieduto da Rocco Cattaneo – presenta in una serata pubblica le proprie intenzioni per il comparto: due stabili con ventiquattro appartamenti per anziani, con servizi di custodia e assistenza, una sala polivalente, la riqualifica della chiesa di Santa Maria del Rosario (bene protetto a livello cantonale), la rinaturazione del riale Valegela, uno spazio verde di 3'500 metri quadrati con parcheggi interrati, un orto urbano, un parco giochi e un campetto da calcio. Ed ecco il problema: quest'ultimo non sarebbe più adeguato alle esigenze competitive del Rapid. Anzi, il progetto della Parrocchia verrebbe (parzialmente) realizzato sul campo Gesora utilizzato oggi dalla squadra di calcio, di proprietà dell'ente ecclesiastico ma concesso in affitto da molti anni all'Fc.

Un'assemblea surriscaldata

Ad aprile 2018 arriva la disdetta: due anni per lasciare libero il campo. La situazione già calda si arroventa. Dopo un tentativo di conciliazione andato a vuoto in seguito al rifiuto del Rapid di accettare le condizioni parrocchiali, si arriva in Pretura. E le cose si complicano quando il pretore chiede alla Parrocchia l'autorizzazione all'assemblea per stare in lite. Quella del 20 agosto è una serata di fuoco: la chiesa parrocchiale è gremita, l'aria tesa e ben presto fra le due parti volano scintille. Il responso è all'apparenza tuttavia chiaro: con 44 sì, 28 no e 3 astenuti, l'assemblea concede al Consiglio la facoltà di proseguire nella controversia civile. Il caso appassiona e divide la comunità e la serata è fonte di un nuovo ricorso, inoltrato alla Cir da Kernen sulla base di supposte irregolarità di vario genere.

I vizi di forma rilevati dall'autorità competente

Un'opposizione che a un anno di distanza, e con le dovute verifiche, la Cir ha accolto. La commissione sottolinea che "non solo non è stato presentato alcun messaggio, ma nemmeno è stata coinvolta la Commissione della gestione (parrocchiale, ndr) per rendere un rapporto". Elementi, secondo la Cir, indispensabili per l'ottenimento dell'autorizzazione. L'autorità competente sottolinea inoltre che, anche qualora non fosse stato presentato un ricorso, l'autorizzazione "si sarebbe sicuramente arenata dinanzi alla Curia vescovile". Questo perché, per approvare una tale decisione, la Diocesi richiede la presentazione dei relativi messaggio e rapporto della Gestione parrocchiale. Parzialmente critico appare anche il verbale dell'assemblea in questione, che sarebbe "del tutto silente sulla discussione avvenuta durante la riunione", sebbene questa sia stata decisamente vivace. Problematica inoltre anche la convocazione: "Non solo non fa menzione dell'urgenza, ma nemmeno è stata inviata la convocazione personale".

Invito a organizzare una nuova assemblea

Morale: la Cir annulla la risoluzione dell'assemblea parrocchiale che autorizza il Consiglio a restare in lite, invitando quest'ultimo a seguire l'iter previsto e a riorganizzare nuovamente un'assemblea. Non solo. La commissione si spinge oltre, entrando nel merito di altre questioni sollevate dal Rapid: se da un lato le ulteriori critiche sul verbale sembrerebbero infondate, dall'altra si aggiunge che "se effettivamente al termine del voto molti hanno lasciato il luogo dell'assemblea", si sarebbe potuto sospendere la seduta per qualche minuto, "verificare il numero dei presenti, per poi riprenderla con i parrocchiani rimasti al fine di approvare la deliberazione e liquidare gli eventi". E considerato che l'assemblea, qualora si resti effettivamente in lite, dovrà tenersi nuovamente e visto il carattere conflittuale della situazione, la Cir ricorda che, per favorirne un corretto svolgimento, la Diocesi potrebbe o inviare persone per aiutare gli organi parrocchiali o designare ad esempio un ufficio presidenziale del giorno.

Un punto a favore del Rapid? Sì, ma potrebbe essere una vittoria di Pirro: la Cir sottolinea infatti che la propria decisione non ha di fatto a che vedere con la vertenza civile fra le parti e che volendo il pretore di Lugano potrebbe anche terminare l'istruttoria e attendere l'assemblea parrocchiale bis e la relativa ratifica diocesana per emanare la sentenza.

Il governo bacchetta Rapid e Municipio sugli interventi edilizi

Intanto, in questi mesi un punto a suo favore l'ha incassato anche la Parrocchia. Il maggio scorso il Cds ha infatti parzialmente accolto il ricorso contro la decisione del Municipio di non sollecitare una procedura edilizia per dei lavori svolti dall'Fc l'anno scorso per omologarsi alle richieste della Federazione ticinese di calcio. In particolare, sono state sostituite le porte da calcio con delle nuove amovibili, è stato modificato il diametro del campo e sono stati sistemati dodici nuovi tappettoni da ginnastica mobili, nove sulla ringhiera verso la Cantonale e i restanti a ridosso della chiesa protetta. Interventi illegali secondo la Parrocchia, che ha chiesto al Municipio anche di valutare la conformità dell'infrastruttura sportiva alle relative norme edilizie, invocando il divieto formale d'uso del campo dato che sarebbero violate le norme sulle distanze e quelle sulla protezione dei beni culturali.

Il Rapid deve presentare un'istanza in sanatoria

Nella sua decisione, il governo ha scisso gli oggetti: mentre la sostituzione delle porte e la modifica del diametro del terreno dal gioco sono visti come "interventi di lieve entità atti ad aumentare la sicurezza", la posa dei tappettoni è "un intervento che sicuramente eccede l'ordinaria manutenzione e va considerata alla stregua di una nuova costruzione". E quindi, i primi interventi non richiedono una licenza edilizia, mentre i secondi. Pertanto, il Rapid è invitato a presentare al Municipio di Monteceneri una richiesta di costruzione in sanatoria.

Soluzione bonale in arrivo?

Sull'intricata vicenda abbiamo sentito le due parti in causa, ma entrambi gli interlocutori si sono rivelati di poche parole. «Non posso dire niente – ci dice Cattaneo –. Abbiamo fissato a breve una data per vedere se riusciamo a trovare una soluzione bonale». «A novembre abbiamo in programma un incontro bonale – conferma Kernen –, prima di allora preferisco non esprimermi».