Luganese

In aula le immagini del mortale di Sigirino sulla A2

L'imputato tre anni fa falciò a 150 all'ora sulla corsia di destra un motocilista. Aveva assunto psicofarmaci e alcol: fino all'impatto è un buio totale

Accusato di omicidio intenzionale
(TI-PRESS)
13 ottobre 2020
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«Fino all'impatto è un buio totale. Ho avuto delle minime alternanze di lucidità». Non ricorda più nulla, il 39enne in aula da stamane davanti alle Assise criminali per omicidio intenzionale. Ma le immagini dell'incidente avvenuto il 10 novembre 2017 proiettate dalla Corte sono tanto chiare quanto spaventose: l'imputato alla guida di un Suv bianco, a 150 chilometri all'ora, dopo sorpassi temerari a destra e a sinistra sull'autostrada, falcia sulla corsia di destra un motociclista, un 39enne ticinese, trascinandolo sull'asfalto e uccidendolo sul colpo.

L'accusa  ha chiesto 11 anni di reclusione per omicidio intenzionale, la corte lo ha condannato a 10.

Il giudice, Mauro Ermani: «Allora, si è rinfrescato la memoria?». L'imputato scuote la testa. Quel giorno fatale era stato dimesso dall'ospedale psichiatrico cantonale di Mendrisio. Aveva assunto psicofarmaci prescrittigli dai medici e aveva bevuto birre - raggiungendo un tasso alcolemico del 2,6 per mille. «Non so neanche se ho frenato.... » «Sì, dalle immagini si vede bene che aveva frenato» - gli ricorda il giudice.

«Se ho un problema con la droga? Sicuramente ne ho avuti, anche con l'alcol. RIspetto allora non ho più usato e non avverto più bisogno, soprattutto psicologico, grazie alle cure». L'imputato dal marzo 2018 è nella comunità di Villa Argentina. «Mi è stata data la misura, la possibilità di uscire dal carcere, sono uscito dalla Farera per intraprendere questo percorso terapeutico». 

Quel 10 novembre, di tre anni fa, alle 16.57, lungo l'autostrada A2 all'altezza di Sigirino, direzione nord sud, tentando un sorpasso sulla corsia di destra, provocò la morte quasi sul colpo dello scooterista. Il conducente, allora 36enne, è accusato in via principale di omicidio intenzionale, subordinatamente omicidio colposo. Il tasso alcolemico registrato è del 2,6 per mille. Dopo aver "effettuato sorpassi temerari a destra e manovre di uscita e di rientro vietate, perdendo la padronanza dell'autovetura, ostacolando e mettendo così in pericolo gli altri conducenti" - si legge nell'atto d'accusa stilato dal pp. Nicola Respini. A suo favore, la perizia ha ravvisato una scemata imputabilità, di grado leggero-medio e ha raccomandato una terapia stazionaria. Il processo durerà l'intera giornata per ricostruire con esattezza le responsabilità dell'imputato. Molte le testimonianze lette dal giudice di conducenti che quel 10 novembre hanno assistito alla guida folle dell'imputato, il quale a più riprese sostiene di non ricordare quasi nulla. Agli atti la perizia psichiatrica: disturbo di personalità, rabbia immotivata, bassa tolleranza alla frustrazione, sentimenti di disagio, aspetti persecutori che tuttavia non denotano una malattia psichiatrica.

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