Si è tenuto stamattina al Famedio di Lugano il funerale del 20enne tragicamente scomparso mercoledì sera a Canobbio. Moltissimi i giovani presenti.
«Ciao Lucas!». Un grido, urlato a quel cielo che mercoledì sera ha accolto il figlio, il fratello, il nipote, l'amico, il famigliare, il compagno di scuola e il collega Lucas Portmann. Un grido rotto dalla commozione ma liberatorio, dopo giorni di sbigottimento e al termine di una cerimonia che questa mattina al Famedio di Lugano ha accompagnato il 20enne tragicamente scomparso cadendo da un tetto di Canobbio verso la sua vita ultraterrena.
Una fiumana di persone si è riunita per l'estremo saluto al ragazzo, portando palloncini bianchi e viola – poi lasciati liberi nel cielo – e fiori dello stesso colore. Ma soprattutto portando se stessi, il proprio dolore e il proprio ricordo «del sorriso, della dolcezza e della disponibilità per gli altri di Lucas», come ha sottolineato durante l'omelia da don Samuele Tamagni parrocco di Cadro, dove il giovane viveva, e Davesco-Soragno. La famiglia, avvolta dignitosamente nel dolore, e tanti, tanti giovani. Una presenza così folta, segno non soltanto della fitta rete di relazioni intrecciata dal 20enne, ma anche del profondo segno lasciato da una scomparsa assurda, a un'età alla quale la morte dovrebbe essere un pensiero remoto.
E invece con la fatalità del destino si sono dovute confrontare le decine di persone che hanno partecipato alle esequie, i giovani e le giovani con i volti rigati dal pianto e i pensieri colmi di domande. «Non siamo qui oggi per rispondere ai perché – ha ricordato il sacerdote –, ma ad ascoltare il Signore che con la sua parola ci parla e ci consola e ci fa capire che non siamo soli». Legandosi al brano del Vangelo secondo Giovanni, che narra la resurrezione di Lazzaro, sono stati così toccati principalmente i tre aspetti fondamentali dell'amicizia, della pietra e del ringraziamento.
La prima, fondamentale per farsi voler bene: «Aldilà della sua irrequietezza interiore, Lucas ha saputo lasciare un segno nel cuore di molti. Anche nelle persone più anziane, al punto da voler lavorare nell'ambito delle case per anziani». E poi le pietre, che pesano sui cuori e delle quali Gesù ci invita a liberarci e infine un grazie «a Dio, per tutto quello che ha compiuto nella nostra vita e in particolare nella vita di Lucas».
Parole che hanno toccato nel profondo i numerosi presenti, come ha colpito anche la canzone scelta per l'addio: Immortale, di Guè Pequeno e Sfera Ebbasta. Artisti in linea con i gusti della generazione di Lucas, ma soprattutto autori di un pezzo che non può lasciar indifferenti e che richiamano all'urlo liberatorio dei suoi tanti amici. "Io sono sicuro che scenderà la pioggia quella notte quando me ne andrò – recita la canzone –, stappa una bottiglia, versa a terra una goccia. Grida: "Non ti dimenticherò", ma la mia voce è immortale, la mia parola è immortale".