Tragedia di Canobbio, il giorno dopo: il ricordo degli amici e del docente di classe del 20enne. E la forte testimonianza di Nicole, con lui ieri sera
Si conoscevano da qualche mese, un'amicizia che piano piano stava però crescendo in affetto. Ieri sera erano lì insieme, mano nella mano, su quel tetto poi ceduto improvvisamente. Per lei era la prima volta, mentre Lucas, che abitava a un centinaio di metri, lo utilizzava spesso come un rifugio, quando sentiva il bisogno di uno spazio tutto suo per pensare. «Eravamo amici stretti» ci racconta Nicole, che incontriamo sul luogo della tragedia ancora incapace di credere a quanto è successo. «È stato un attimo». Quell'attimo che cambia la vita per sempre. Quando ieri sera Lucas è precipitato attraverso quel maledetto tetto di eternit di un capannone industriale di via Belvedere a Canobbio, perdendo la vita a soli vent'anni, Nicole c'era. Un'amica speciale con la quale si stava scrivendo da alcuni mesi e della quale era innamorato. Si erano incontrati poco prima delle 21.40, quando è capitata la disgrazia: insieme sono saliti su quel tetto per parlare.
All'indomani dalla tragedia il capannone, discosto dalle principali vie di transito è diventato meta per gli amici increduli di Lucas Portmann. Tutti sbigottiti, alcuni in lacrime. Fra questi anche Nicole, che porta il peso di essere stata testimone degli ultimi momenti di vita dell'amico. Rincuorata dalla mamma e dagli amici, seguita dal Care Team della Polizia cantonale, Nicole è inconsolabile e fatica a farsi una ragione di quel che è successo. «Soffro di vertigini e lui mi ha detto 'ti do la mano così non scivoli'. Sono passati solo pochi secondi e ci siamo lasciati perché andava più veloce... in quel momento ho sentito un rumore e lui è volato dritto di sotto... ho cominciato a tremare. Ancora non so come sono riuscita a tornare indietro. Presa dal panico sono scesa a gattoni, un chiodo mi ha anche ferita. Non avevo mai visto questo posto... Ricordo di aver pensato che se non fossi riuscita a scendere non avrei potuto salvare neppure lui... poi ho chiamato l'ambulanza, ma non sapevo neanche la via... ma per Lucas non c'è stato nulla da fare».
Dovevano restare insieme per una mezz'oretta, Nicole l'avrebbe poi dovuto accompagnare da degli amici. Quella chiacchierata sarebbe servita loro per chiarire i sentimenti reciproci: «Nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe ceduto il tetto! Quando sono salita, era buio, non avevo neppure visto che c'era già un altro buco... Stavamo iniziando a conoscerci meglio, eravamo nati tutti e due il 29 maggio 2000! Ma ieri sera non ho avuto neppure il tempo di parlargli... Non ero neppure a distanza di un metro da lui... poi quel forte colpo ma non capivo a quale altezza mi trovavo... Lucas aveva la torcia del telefonino accesa e improvvisamente quel passo nel vuoto... non l'ho neppure sentito urlare, forse non si è neppure reso conto». In quelle fasi concitate, Nicole, dopo la Croce Verde, chiama anche un suo amico: «Non capivo più nulla, correvo in strada in attesa dei soccorsi ma nello stesso tempo non volevo lasciare solo Lucas».
Un ragazzo fantastico, sono le parole utilizzate da Nicole per descrivere Lucas: «Sapevo del suo passato doloroso, della malattia. Non si meritava anche questo con tutto quello che ha passato! Eppure era sempre protettivo nei confronti di tutti. Due settimane fa sono stata protagonista di un incidente d'auto e lui si è subito preoccupato per me. Era un ragazzo d'oro, con tante iniziative e tanta voglia di fare». Nicole non si capacita: «Non riesco ancora a crederci. Stanotte non sono riuscita a dormire e il panico mi assilla... La Polizia e il Care Team mi hanno aiutato molto, anche a dirlo ieri sera alla sua mamma... Vorrei ancora vederlo...».
Il capannone dove Lucas ha perso la vita ha un aspetto piuttosto fatiscente, che certamente di notte diventa sinistro, come nefasto è anche il suo passato. Appartenente oggi a un noto rivenditore di automobili della regione, in passato era di proprietà di un'industriale che lavorava i metalli. Un imprenditore che ha perso la vita in un incidente d'aereo, lasciando la ditta senza eredi. Lo stabile è finito così all'asta ed è stato acquistato dai proprietari attuali, che l'hanno trasformato di fatto in un deposito: auto d'epoca, parti di veicoli, pneumatici. Ma anche lamiere arrugginite, polvere, cocci di vario genere. E due buchi nel tetto. Uno fatto coscientemente da Lucas tempo fa, ci dicono gli amici, e un altro che ieri sera l'ha risucchiato all'interno facendogli perdere la vita.
Diversi gli stabili di carattere artigianale-industriale nei pressi del luogo dell'incidente, posto sotto un bosco tagliato da un sentiero che porta al paese di Canobbio. Fra i vicini, anche Mario Surano. «Mi è capitato più volte di vedere dei ragazzini passare di qui – ci dice il piastrellista –, li vedevo passare a gruppetti di quattro cinque e dirigersi verso il bosco». Adolescenti perlopiù, che si ritrovavano sia di sera che di giorno, dopo la scuola. A fare cosa? Forse a fumare o bere? «Non lo so. Ho detto però sempre loro di prestare attenzione a quel che facevano. Mi preoccupavo: sono padre anche io. Avevo cercato di limitare l'accesso al tetto, ma qualcuno aveva rimosso le staccionate posate».
Di certo c'è che Lucas, che abitava con la mamma, la sorella maggiore e il fratello minore nelle immediate vicinanze del posto dove ha perso la vita, non era la prima volta che saliva su quel tetto. Lo aveva fatto con gli amici, alcuni dei quali li abbiamo incontrati di fronte al capannone parlandoci di un ragazzo forte e di un grande amico, e lo aveva fatto anche da solo, perché amava stare lì per riflettere.
E di un ragazzo riflessivo, ma soprattutto «molto educato», serberà il ricordo anche il professor Silvano Locatelli del Centro professionale tecnico di Bellinzona, dove il giovane stava seguendo una formazione da metalcostruttore. «Ho conosciuto Lucas nel settembre dell'anno scorso quando ha cominciato l'apprendistato – ci dice il suo docente di classe – e ho il bel ricordo di un ragazzo davvero molto, molto educato. È una notizia tragica e inaspettata. L'ho saputo stamattina da un allievo, loro ne erano già a conoscenza: la notizia circolava sui gruppi social che i ragazzi utilizzano. Non ho potuto evitare di parlarne con gli allievi. Siamo tutti evidentemente molto dispiaciuti. Come insegnante mi sono sentito molto toccato, siamo docenti sì ma prima di tutto persone. Non era un mio familiare, ma ci affezioniamo ai ragazzi: è come se fosse mancato un mio nipote. Vent'anni non è l'età giusta per andarsene. Poi così, per un incidente, è brutto, lascia davvero l'amaro in bocca».
Il funerale di Lucas si terrà sabato mattina a Lugano. Condoglianze per questa drammatica perdita alla famiglia e agli amici da parte della nostra redazione.