L'attestato di sicurezza europeo è stato conferito alla gestione municipale, in settembre novità sui privati
Le procedure di sicurezza relative all'aeroporto di Lugano soddisfano i requisiti dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA). L'Ufficio federale dell'aviazione civile (Ufac) ha potuto verificarlo sulla base di un audit svolto nelle passate settimane. L'Ufac ha rilasciato il relativo certificato alla città di Lugano, che dal primo giugno 2020 gestisce lo scalo. Ovviamente, manifestano soddisfazione le dichiarazioni del sindaco di Lugano Marco Borradori: "L'ottenimento della certificazione EASA attesta la professionalità con cui la Città di Lugano e il nuovo management stanno lavorando per assicurare la continuità dello scalo luganese. Sono state identificate le soluzioni ottimali per garantire - seppur in forma transitoria e con alcune limitazioni di apertura - la gestione dell'aeroporto e favorire il passaggio della struttura ai privati. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare lo scalo, incrementando le opportunità e i benefici a favore di aziende e privati che vi gravitano attorno. Lugano Airport resta un elemento importante della politica di sviluppo regionale e cantonale poiché rappresenta un vantaggio concorrenziale per la promozione del nostro territorio".
La gestione municipale dovrebbe essere però solamente provvisoria. Al sindaco abbiamo chiesto a che punto è il processo di affidamento dell'aeroporto a una società privata. «Le indicazioni del Consiglio comunale, unanime o quasi, erano che entro la fine del 2020 si ponessero le basi per un trapasso nelle mani di privati. Stiamo lavorando in questa direzione e nelle prossime settimane dare delle indicazioni ultime. Stiamo proprio valutando la procedura da seguire per tenere conto anche delle richieste richiesta di interesse. Ci vorrà qualche settimana, direi che in settembre potremo definire la questione» ci ha risposto Borradori.
Sia pure con qualche piccolo adeguamento, l'aeroporto di Lugano può così continuare ad operare con tutti i crismi di sicurezza. Lo scalo, passato (o meglio, tornato) a una gestione municipale, dopo il dissesto di Lugano airport Sa, ha infatti necessitato di una nuova certificazione.
Essa viene rilasciata dalla Agenzia europea per la sicurezza aerea nome in codice appunto Easa,, che è incaricata di armonizzare e di rendere vincolanti le norme in materia di sicurezza dell'aviazione europea. "A tale scopo - spiega in un comunicato l'Ufficio federale dell'aviazione civile - ha fissato nel regolamento (UE) n. 139/2014 le prescrizioni relative all'organizzazione, all'esercizio e all'infrastruttura degli aeroporti nel campo di applicazione dell'EASA. Queste prescrizioni definiscono, ad esempio, come un aeroporto debba organizzare il rifornimento di carburante dei velivoli, gli interventi dei vigili del fuoco, il controllo periodico dello stato delle piste e dei dispositivi luminosi di avvicinamento e lo sgombero della neve dalle piste".
La nuova certificazione si è resa necessaria a seguito della' rivoluzione operata iil primo giugno scorso, quando con la cessazione delle attività di Lugano Airport SA, l’aeroporto è gestito dalla città di Lugano, concessionaria dello scalo. "Il passaggio di gestione ha comportato cambiamenti nel management, la riduzione dell’organico e una nuova struttura organizzativa: l’esercente ha perciò definito nuove procedure, adeguate alla nuova situazione. Questi cambiamenti hanno estinto la certificazione EASA che l’aerodromo aveva ottenuto nel 2016".
"Ad esempio il fatto di avere meno personale, che siano cambiate le persone chiave ha richiesto dei cambiamenti, ai processi e al funzionamento dell'aeroporto Antonello Laveglia, portavoce dell'Ufficio federale dell'aviazione civile, il cui ruolo, spiega, è stato verificare che questi processi siano previsti per questa o quella situazione, se il personale è formato, eccetera".
"Nel quadro di un audit che si è esteso su più giorni, l'UFAC ha verificato che le procedure di sicurezza descritte soddisfino i requisiti e che siano applicate dall'esercente dell'aerodromo secondo quanto prescritto".
«Col cambio di gestione, essendo per noi una nuova società, ha implicato un cambiamento dei manuali, che quindi occorreva capire se soddisfacessero la nuova situazione» ci ha spiegato Antonello Laveglia. All'atto pratico, ci ricorda il funzionario, il nuovo regolamento d'esercizio è stato modificato prevedendo, con accorgimenti organizzativi supplementari, di poter accogliere le stesse categorie di aeromobili presenti in precedenza. Come un numero minimo di personale pronto a intervenire, nel caso per esempio di un aereo di linea con molti passeggeri.
Non è per ora il caso di Lugano, che nel breve volgere di pochi mesi ha preso sia il volo per Ziurigo - dismesso dalla Swiss - che quello per Ginevra, cessato col fallimento di Darwin airline.
Le difficoltà non ci sono solo a Lugano comunque. «Le altre certificazioni non sono cambiati, perché non ci sono stati casi simili a qeullo di Lugano,ma è vero che l'ambito degli aeroporti regionali non quello di vent'anni fa osserva Laveglia. Berna, Lugano, San Gallo, Sion sono tutti in una situazione 'tirata', ognuno con le sue particolarità, per esempio a Lugano la procedura di atterraggio complicata, a Sion la convivenza col militare, a San Gallo la vicinanza alla frontiera, ma tutti fanno un po' fatica, e non è molto chiaro come si evolverà la situazione».