Le sedute si terranno al Palazzo dei congressi, per sfruttare la sala preparata per il Gran Consiglio. Non si poteva fare in streaming? 'Manca la base legale'
Si torna in sala. Anche per il Consiglio comunale (Cc) di Lugano c'è una data per l'inizio della Fase II, per il ritorno a un'anormale normalità dopo il picco della crisi sanitaria legata al Coronavirus. Il legislativo tornerà a riunirsi martedì 2 e mercoledì 3 giugno: circa due mesi e mezzo dopo la seduta primaverile pianificata (23 e 24 marzo) e quasi quattro mesi dopo l'ultima, tenutasi il 10 febbraio. Fissata anche la data per la terza seduta dell'anno: la seconda settimana di luglio.
A confermarci la notizia è Giovanna Viscardi (Plr), la presidente del Cc. «Abbiamo avuto un incontro con il Municipio e con i rappresentanti dei gruppi in Cc – spiega – e abbiamo valutato che fosse la data migliore». Per una serie di fattori, legati al Gran Consiglio (Gc). In primo luogo, l'indicazione del Consiglio di Stato di non tenere sedute di Cc prima del 25 maggio. Non una data a caso: quel lunedì e il martedì 26 il Gc si riunirà per la prima volta dallo scoppio della crisi. E sarà una seduta extra muros: il legislativo cantonale si riunirà infatti al Palazzo dei congressi di Lugano, dove gli spazi permetteranno di rispettare meglio le norme di distanza sociale che l'emergenza impone.
«Abbiamo deciso di riunirci anche noi al Palacongressi – sottolinea Viscardi – e di utilizzare la stessa sala preparata per il Gc: in tal modo si potrà evitare una doppia spesa al contribuente». Per il Cc si tratta in realtà di un ritorno, dato che le ultime tre sedute nel 2019 si erano tenute proprio al Palacongressi per permettere di effettuare i lavori a Palazzo Civico, che fra le altre cose hanno dotato la sala del Cc di tecnologia per lo streaming. Trasmissioni che, evidentemente, dovranno ulteriormente aspettare prima di partire.
E a proposito di streaming, come mai non è stata presa in considerazione come ipotesi? «In realtà ci abbiamo pensato – replica la consigliera –, ma abbiamo rinunciato perché mancano le basi legali». Per saperne di più, abbiamo sentito il capo della Sezione enti locali (Sel) del Dipartimento delle istituzioni. «Per basi legali s'intende Legge organica comunale (Loc) – chiarisce Marzio Della Santa –, che regola il funzionamento degli organi comunali». E la Loc è «improntata alla cultura tradizionale».
Ossia? «Con cultura tradizionale s'intende quella in cui ci si parla, ci si confronta, in uno spazio ben definito e dove il contatto fisico e visivo è un elemento importante. Queste regole sono state pensate in un contesto di normalità e non sono state pensate immaginando che questo non fosse possibile». D'altra parte, le leggi – Loc compresa – riflettono la società che le crea e necessitano di costanti aggiornamenti. Non ci si è pensato? «Di per sé, con i decreti esecutivi che abbiamo introdotto nell'ambito dell'emergenza Covid-19 abbiamo introdotto questa possibilità (le sedute in streaming, ndr) sia per il Municipio che per le commissioni legislative».
Esecutivi e commissioni sì, legislativi no. Come mai? «Perché sono gruppi più piccoli». Della Santa non esclude però di estendere la misura anche ai legislativi in futuro, ma coi dovuti accorgimenti: «La videoconferenza è uno strumento, nemmeno sempre tecnicamente idoneo, che stiamo imparando a conoscere e utilizzare. Bisogna riflettere attentamente su come rendere gestibili le sedute con numerosi partecipanti, affinché il dibattito sia partecipativo ma non diventi troppo lungo. Senza contare il problema del voto: si dovrebbe fare un appello nominale, per ogni tornata. Una soluzione si può trovare, ma non va dimenticato che il Cc esiste perché è il luogo preposto per la discussione».
Il tema, in ogni caso, era già nell'agenda della Sel. «Quest'anno avremmo dovuto avviare il progetto di riforma dell'istituto comunale, che non è ancora iniziato a causa dell'emergenza. In quell'ambito lanceremo delle riflessioni a 360°, fra queste anche il senso e il funzionamento di ampie sedute virtuali. Magari continueremo a limitarle a Municipi e commissioni perché ci convinceremo che sarà più adeguato, magari invece estenderemo la possibilità ai Consigli comunali».