Grido d'allarme di Andrea Primavera, portavoce di una categoria in stand by che lamenta il silenzio delle autorità sulle forme di aiuto
"Siamo tutti indipendenti, speriamo di essere aiutati perché è da oltre un mese che praticamente non si lavora". Andrea Primavera dell'Uffico Stampa Nuovo Taxi Lugano è molto preoccupato per la categoria ed è convinto che "la crisi economica che il Ticino sta attraversando a causa del Coronavirus, avrà ripercussioni per un tempo che ancora non abbiamo modo di prevedere". Una delle categorie da subito tra le più colpite dall'interruzione generale di tutte le attività, è quella dei taxi di Lugano.
Oltretutto, prima dell'emergenza, il movimento era scarso. "Già afflitti da un mese di gennaio tranquillo, con il Covid-19, il comparto è fermo, sebbene il Cantone e il governo federale non abbiano bloccato né suggerito se e come si possono svolgere attività di trasporto passeggeri. I taxisti sono indipendenti e non risultano essere al momento protetti da alcun provvedimento per far fronte alla situazione di emergenza causata dal virus e sono in attesa di un segnale da parte degli organi preposti, per qualunque aiuto economico possa essere messo in campo".
Un grido d'allarme quello del portavoce della categoria che comprende "oltre 250 professionisti con affitti, leasing auto e tante altre spese correnti, si trovano in una gravissima situazione, che a breve potrebbe trasformarsi in un dramma di sopravvivenza per le loro attività e per le loro famiglie, continua Primavera che lamenta mancanza di chiarezza da parte delle autorità: "L'unico annuncio ufficiale è stato il suggerimento di munire i veicoli di una protezione in plastica, d'incerta fattibilità tra l'autista e il cliente. Purtroppo quello che manca è proprio il cliente".