Luganese

Lugano, i taxisti chiedono aiuto

Grido d'allarme di Andrea Primavera, portavoce di una categoria in stand by che lamenta il silenzio delle autorità sulle forme di aiuto

Quando ancora c'era traffico (Ti-Press)
29 marzo 2020
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"Siamo tutti indipendenti, speriamo di essere aiutati perché è da oltre un mese che praticamente non si lavora". Andrea Primavera dell'Uffico Stampa Nuovo Taxi Lugano è molto preoccupato per la categoria ed è convinto che "la crisi economica che il Ticino sta attraversando a causa del Coronavirus, avrà ripercussioni per un tempo che ancora non abbiamo modo di prevedere". Una delle categorie da subito tra le più colpite dall'interruzione generale di tutte le attività, è quella dei taxi di Lugano.

Il settore è praticamente fermo

Oltretutto, prima dell'emergenza, il movimento era scarso. "Già afflitti da un mese di gennaio tranquillo, con il Covid-19, il comparto è fermo, sebbene il Cantone e il governo federale non abbiano bloccato né suggerito se e come si possono svolgere attività di trasporto passeggeri. I taxisti sono indipendenti e non risultano essere al momento protetti da alcun provvedimento per far fronte alla situazione di emergenza causata dal virus e sono in attesa di un segnale da parte degli organi preposti, per qualunque aiuto economico possa essere messo in campo".

Oltre 250 i professionisti

Un grido d'allarme quello del portavoce della categoria che comprende "oltre 250 professionisti con affitti, leasing auto e tante altre spese correnti, si trovano in una gravissima situazione, che a breve potrebbe trasformarsi in un dramma di sopravvivenza per le loro attività e per le loro famiglie, continua Primavera che lamenta mancanza di chiarezza da parte delle autorità: "L'unico annuncio ufficiale è stato il suggerimento di munire i veicoli di una protezione in plastica, d'incerta fattibilità tra l'autista e il cliente. Purtroppo quello che manca è proprio il cliente".