L'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo sta generando una serie di problemi che peggiorano lo stato d'animo dei residenti
Che dal 1° gennaio scorso con la dogana al valico di Campione d'Italia per i campionesi sarebbero sorti grossi problemi era facile immaginare. Fra le conseguenze dell'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo ci sono anche le difficoltà per la consegna dell'ossigeno medicinale, un farmaco salva vita a tutti gli effetti. Lo segnala Tanina Padula, ex consigliera comunale, nell'ultima tornata amministrativa a guidata da Roberto Salmoiraghi, dalla cui maggioranza era uscita assieme a tre suoi colleghi, tracciando la strada che aveva portato allo scioglimento del consiglio comunale:
La dogana? 'Il trionfo della burocratia'
''Ciò è dovuto al fatto di dover fare dogana, che si traduce nel trionfo della burocrazia''. Identico discorso anche per quanto riguarda il gasolio, la cui importazione impone il fatto di dover fare dogana, pagare le accise, che si traduce in un aumento dei costi, in un periodo in cui nell'enclave i senza lavoro sono due volte gli occupati. Per non parlare delle scartoffie, che complicano la vita. ''Non è tanto un problema di tasse, quanto di burocrazia che spinge molti fornitori a stare lontani da Campione''., sostiene l'ex consigliera comunale. Il temuto tsunami è arrivato, sconvolgendo la vita dei campionesi. Nello specchio d'acqua antistante l'enclave è arrivata anche una motovedetta della Guardia di Finanza, che va ad aggiungersi alla pattuglia delle fiamme gialle di Como, impegnate nei controlli quotidiani lungo le strade di Campione d'Italia. Sul versante ticinese, a Bissone, quotidiana è la presenza delle guardie di confine.
'Ci stanno rendendo la vita impossibile'
''Difficoltà che stando rendendoci la vita impossibile - afferma Alessandra Bernasconi, ex responsabile del servizio marketing del Casinò -. Basti pensare alle conseguenze derivanti dalla chiusura dalle Poste svizzere. A Campione d'Italia non arrivano più le raccomandate e i pacchi. Per pagare i bollettini svizzeri andiamo a Bissone. Se dobbiamo spedire un pacco o fare una raccomandata dobbiamo andare a Ponte Chiasso o a Valsolda. Anche dalla chiusura delle poste svizzere la conferma che ci hanno ghettizzati e che Campione è destinato a diventare un paese fantasma, sempre più spopolato. Chi ha figli piccoli se ne va. Rimarranno solo le persone anziane''. Un scenario eccessivamente pessimista? Certamente contrasta con chi nell'inclusione dell'enclave nello spazio doganale europeo vede aspetti positivi, come le misure fiscali che sulla carta rappresentano un incentivo ad aprire nuove attività in riva al Ceresio.
Problemi vari peggiorano lo stato d'animo dei residenti
C'è chi parla di possibile apertura di un supermercato. Come se fosse la panacea dei mali dell'enclave. Per ora comunque solo guai, come il fatto che i campionesi non possono più possedere auto targate Ticino. Quelle attualmente possedute (oltre 1500) debbono essere sdoganate (gratuitamente promette il direttore dell'agenzia delle dogane di Como, dalla quale dipende l'ufficio doganale di Campione d'Italia). I problemi sorgeranno nel momento in cui le autovetture sdoganate dovranno essere collaudate e immatricolate. Operazioni non a costo zero. Stesso spartito per le patenti: quelle svizzere entro l'anno dovranno essere dismesse, per diventare italiane. Ben si comprende quindi lo stato d'animo dei campionesi.