Luganese

Lugano, Bertini: 'Clima sfavorevole nel Plr, non mi ricandido'

Il vicesindaco ha annunciato (in parte a sorpresa) la volontà di non figurare nelle liste delle elezioni comunali di aprile: 'Ho spostato le mie priorità'

7 gennaio 2020
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Ad aprile Michele Bertini non ci sarà. Il vicesindaco di Lugano, nel giustificare la sua volontà di non ricandidarsi nelle liste del Partito liberale radicale alle prossime elezioni comunali, parla di una 'lunga riflessione maturata'. Una decisione questa del capo Dicastero sicurezza e spazi urbani che segue quella, resa nota a metà novembre, del collega di Municipio, Angelo Jelmini, esponente del Partito popolare democratico. "Nei primi giorni del mese di dicembre 2019 – scrive Bertini in un comunicato stampa – ho informato il Partito liberale radicale di questa mia intenzione". Una decisione che sarebbe da ricondurre a "scelte personali che mi portano a voler e dover investire maggiormente nello sviluppo della mia attività professionale e personale".

Ma Bertini va anche oltre alla sfera privata e parla di un "clima negativo all’interno del partito, soprattutto a Lugano – che secondo il vicesindaco Plr – ha contribuito allo spostamento di queste mie priorità in questa fase della mia vita". Un sassolino seguito da altri: "In questi anni ho continuato ad impegnarmi senza risparmio negli ambiti istituzionali di mia competenza traendone grande soddisfazione, malgrado il clima sfavorevole e le dinamiche negative. Sono dispiaciuto di non poter seguire gli importanti progetti avviati, il grosso lavoro dei servizi e dei collaboratori e di non poter continuare a intrattenere i rapporti privilegiati con i cittadini. In questi 12 anni di attività politica ho avuto la straordinaria possibilità di vivere in prima linea le Istituzioni e il Paese. Di questo ringrazio tutti coloro che mi hanno dato la loro fiducia e il Partito liberale radicale che mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza molto arricchente".

Nessuna possibilità di correre da solo? "Mi riconosco sempre e non ho mai avuto esitazioni rispetto ai valori di Libertà, Responsabilità e Solidarietà cardini del Plr, anche se attualmente non mi riconosco sempre nelle modalità con cui vengono espressi e rappresentati. Le speculazioni relative a un mio possibile cambiamento di partito o di abbandono definitivo dell’impegno pubblico sono totalmente infondate e in contrasto con i miei valori e con la mia ferma volontà di rimanere comunque e in altre forme al servizio del Paese".

Poi un pensiero alla popolazione e ai suoi elettori: "I miei ringraziamenti vanno a tutti coloro che in particolare in questi ultimi anni burrascosi mi sono stati vicini facendomi sentire il loro supporto. Sono stati davvero tanti i cittadini che si sono espressi in questo senso. Confido che possano comunque accogliere con comprensione questa mia decisione che sento corretta e giusta in questo momento. Non rilascerò ulteriori dichiarazioni o interviste su questa mia decisione a tutela del partito che in questo momento ha bisogno di stabilità".

2008-2020: dodici anni di carriera politica

Una carriera politica relativamente breve (considerati gli anni trascorsi alla guida di Lugano, circa 35 anni, di Giorgio Giudici del quale Bertini è sempre stato considerato il 'delfino'), ma comunque intensa e per la maggior parte brillante. La parabola di Michele Bertini inizia, infatti, nel 2008: eletto in Consiglio comunale poco più che ventenne – era il rappresentante liberale radicale più giovane della legislatura –, nel 2013 è candidato al Municipio. In un periodo di grandi cambiamenti per la politica luganese, Bertini rappresenta un volto fresco, pulito, rassicurante. Si classifica terzo, dietro agli uscenti Giorgio Giudici e Giovanna Masoni Brenni. Un’ottima prestazione, insufficiente per entrare a Palazzo Civico dato che la Lega soffia quell’anno un seggio al Plr.
Nel 2014, la svolta: Giudici si fa da parte. L’ascesa del subentrante continua l’anno seguente. Candidato al Consiglio di Stato, per un soffio non entra a Palazzo delle Orsoline. Gli preferiscono il politico di lungo corso Christian Vitta, ma nel 2016 viene rieletto brillantemente alle elezioni comunali di Lugano, dove diventa vicesindaco. E proprio l’ultima legislatura ha segnato una battuta d’arresto nel suo percorso. Delle tensioni interne alla sezione dapprima – culminate con le dimissioni dell’ex presidente Giovanna Viscardi – e coi vertici del partito cantonale poi. Una crisi che sembrava rientrata, tanto che Bertini aveva dato la disponibilità a ricandidarsi. Ora, la sorpresa e l'inaspettato epilogo.

Il presidente cantonale Bixio Caprara: 'Dispiaciuto, ma rispetto la decisione'

Bixio Caprara, presidente cantonale del Partito liberale radicale, si dice dispiaciuto: «Ma rispetto la decisione», commenta a 'laRegione' la mancata ricandidatura di Michele Bertini. Caprara spiega di averlo appreso poco prima di Natale dallo stesso vicesindaco di Lugano, «della quarta città della Svizzera». Tuttavia, la decisione non sembra essere un fulmine a ciel sereno dal momento che malcontenti erano già venuti alla luce nel 2018, quando Bertini, dopo uno sfogo pubblico, si era dimesso dall'Ufficio presidenziale del Plr del Luganese. Bixio Caprara ribadisce su quella polemica «che i vertici della sezione cantonale non possono fungere da arbitro per le dinamiche che avvengono all'interno delle singole sezioni del partito». Alla nostra domanda se abbia tentato di dissuaderlo dalla sua decisione, il presidente cantonale, risponde: «Evidentemente sì, ma la sua decisione, che rispetto, era ormai presa».

 

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