La Camera dei deputati italiana ha accolto a larghissima maggioranza il Decreto fiscale 2020. Fra i creditori, la Città di Lugano e la Società Navigazione
La Camera dei deputati a larghissima maggioranza ha approvato il Decreto fiscale 2020 che contiene norme su Campione d'Italia. Innanzitutto l'articolo 57 che prevede lo stanziamento di 5,5 milioni di euro a favore del Comune che dovrà usare la somma per pagare i debiti, al 31 ottobre 2019, con enti e privati del Canton Ticino. Una quota non inferiore a 3 milioni di euro è destinata a pagare i debiti al 31 dicembre 2017, inclusi nella massa passiva della gestione liquidatoria curata dal commissario liquidatore Angela Pagano, dirigente della Prefettura di Como. Debiti datati, in quanto iniziano nel 2015, periodo in cui le finanze comunali hanno incominciato a scricchiolare, sino a diventare insostenibili, tanto da arrivare al dissesto finanziario, con conseguenze devastanti per la comunità campionese.
È il Comune di Lugano a vantare crediti dal 2015. Ci sono poi il Cantone, la Società di Navigazione del Lago di Lugano (Snl) e l'azienda che svolge il delicatissimo servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. A seguire altre associazioni con crediti di poche decine di migliaia di franchi. Il pagamento dei debiti dovrebbe portare allo sblocco dei ristorni dei frontalieri (una manciata di milioni di franchi) deciso dal Consiglio di Stato.
Se uno dei numerosi problemi dell'enclave sembra in via di soluzione, se ne aprano altri, non meno gravi, anzi ancor più problematici. Incominciando dalla situazione in cui si trova il Comune che non solo continua a trovarsi in dissesto finanziario, ma è in una situazione ancor più pesante rispetto a quella che aveva poi portato al commissariamento. Il dissesto di un comune in dissesto finanziario – scusate il gioco di parole – non è previsto dalla legge sugli enti locali, ma se ci fosse calzerebbe a pennello l'attuale stato di salute (finanziaria) dell'enclave che non è possibile sanzionare in quanto non ci sono norme per un intervento della Corte dei Conti. Interpellato sul fatto che anche per il prossimo anno il commissario prefettizio Giorgio Zanzi non è stato in grado di predisporre il bilancio di previsione i giudici contabili hanno aperto le braccia.
Entro fine anno il Comune di Campione d'Italia, senza contare i debiti nei confronti dei dipendenti (quelli in servizio e quelli in lista di disponibilità) che continuano, dovrebbe rimborsare alla Banca Popolare di Sondrio gli anticipi di cassa (11 milioni di euro) e pagare il mutuo del Casinò (6,7 milioni di euro). Quasi 18 milioni di euro, quando in cassa ci sono poche decine di migliaia di euro. Duecento milioni di debiti, sommando quelli del casinò e del Comune, che nessuno è in grado di dire come sarà possibile pagarli. Quelli della casa da gioco con il fallimento della società di gestione sono destinati a diventare virtuali. Insomma, carta straccia. Non altrettanto si può dire per i crediti dei lavoratori del Casinò e del Comune, nella quasi totalità senza lavoro. E fra i molti problemi drammatici di Campione d'Italia quello del lavoro è il più cruciale di tutti.